Il servizio idropotabile di Portogruaro, una cittadina veneta di 25000 abitanti, è costituito da una rete di distribuzione che, fino ad una trentina d’anni fa, era alimentata da un serbatoio alto 20 metri e posto ad una distanza di circa 3 Km.


Come è schematicamente rappresentato dal profilo della fig. n. 2 i risultati si rivelavano assolutamente scadenti in quanto la modesta altezza del serbatoio e la notevole distanza che l’acqua doveva percorrere per arrivare all’utenza, provocavano una caduta di pressione così rilevante da comprometterne il rifornimento idrico. Oltre ad una insufficiente pressione di consegna dell’acqua anche a Portogruaro risaltava l’anomalia propria di molti acquedotti e cioè una pressione più elevata di notte quando non serve e per converso troppo bassa proprio nei momenti di alti consumi. Si intuisce la necessità e l’urgenza di operare un cambiamento radicale nell’acquedotto.

La soluzione che a prima vista sembrava ovvia è senza dubbio quella di demolire il preesistente serbatoio e ricostruirlo 30 m. più alto. I risultati che si sarebbero ottenuti sono rappresentati dalla figura 3 che pone in risalto il permanere, anche con la eventuale e dispendiosa costruzione di un nuovo serbatoio, della già citata anomalia nella pressione di consegna dell’acqua all’utenza.

Le opere effettivamente realizzate negli anni 70 e da allora funzionanti con ottimi risultati fino ai nostri giorni , consistono nel mantenere l’attuale serbatoio pensile e affidandogli però una funzione completamente diversa da quella originaria ed inoltre consistono nella costruzione di una nuova centrale di sollevamento affiancata da un capace serbatoio di accumulo a terra. Le funzioni affidate ai nuovi manufatti erano rispettivamente per il serbatoio seminterrato la compensazione delle portate d’acqua, e per la centrale di sollevamento munita di pompe a velocità variabile, la funzione di alimentare la rete con una pressione asservita al fabbisogno dell’utenza e quindi più elevata lei momenti di maggior consumo. Invece durante la notte e generalmente in tutti i periodi di scarsi consumi l’automatismo rimette in funzione il serbatoio pensile che con la sua altezza di soli 20 metri e in grado di alimentare la rete con caratteristiche di funzionamento più economiche ma comunque atte ad un buon rifornimento notturno ed di tutti i momenti di scarsa richiesta idrica. Durante la giornata quando il pompaggio a luogo a pressione più elevata il serbatoio rimane pieno d’acqua e pronto ad intervenire quale riserva in quota. Si può con certezza affermare che la soluzione effettivamente posta in essere negli anni 70 per la sistemazione dell’acquedotto di Portogruaro ha tutte le caratteristiche di economicità di costruzione e di esercizio confermate durante il trentennio di funzionamento reale e può quindi essere considerato un valido esempio di intervento di sistemazione di una struttura obsoleta.

