La domanda non procrastinabile è la seguente: possono i responsabili di un servizio idrico accettare di buon grado che i propri acquedotti accusino delle perdite occulte d’acqua superiori al 50% della produzione? La risposta al quesito, a giudizio di chi scrive ed anche prescindendo dalle prescrizioni di legge di per sè assai severe, non può che essere negativa.
Un paragone calzante potrebbe essere quello di una fabbrica di scarpe che ha uno scarto di cuoio superiore alla meta di quello approvvigionato. Uno scarto normale sia per gli acquedotti che per la fabbrica di scarpe può essere dell’ordine del 15 – 20% ma non di più.
In campo acquedottistico sussistono alcuni paradossi. Prima di tutto non sempre vengono eseguite le verifiche delle perdite realmente avute dando così la dimostrazione maestra della disaffezione per un servizio così importate ed appassionante come l’acquedotto. Altre volte la percentuale di perdita calcolata non corrisponde affatto alla verità. Ma quello che sorprende è la totale indifferenza con cui viene accolta la notizia delle perdite. I media riferiscono con abbondanza di particolari che i volumi dispersi sono spropositati ma non si spreca un sufficiente numero di parole sulla preoccupazione creata da tale stato di cose. La piena giustificazione professata concerne per lo più il cattivo stato degli impianti che risulterebbe essere l’unico responsabile di perdite così gravose nel mentre l’impossibilità di ovviarvi deriverebbe esclusivamente dalla mancanza dei fondi necessari per eseguire il rifacimento generale degli impianti.
L’obiezione dello scrivente è di altra natura: a mio avviso quello che manca prima di tutto è uno studio serio delle modalità da seguire per la sistemazione generale degli acquedotti con eliminazione delle perdite nel mentre è troppo semplicistica l’attribuzione sopra detta del male. Uno studio fatto bene aprirebbe gli occhi impostando una strategia che, magari a poco a poco, darebbe frutti copiosi. Non sarà assolutamente così per l’impossibilità di vincere il peggior nemico e cioè l’incompetenza e la mancanza di vero interesse per la materia. I progetti in gestazione, infatti, sono inefficaci : o concernono improvvisazioni raffazzonate per inseguire l’emergenza oppure vengono redatti da teorici che non hanno sufficiente esperienza di gestione effettiva degli acquedotti. I risultati sono sotto gli occhi di tutti e sono confermati da una perdita totale d’acqua che in italia raggiunge volumi assolutamente insostenibili.
Concludo con la frase: una perdita d’acqua pari o superiore alla metà di quella prodotta è assolutamente inammissibile in qualsiasi acquedotto.
