UNA MIRABILE METODOLOGIA DI COMPENSAZIONE DELLE PORTATE GIORNALIERE

In un precedente post si sono spiegate alcune salienti particolarità di un acquedotto consorziale ricavandole dall’art.20.1 dell’ebook “ACQUEDOTTI – REALTA’ E FUTURO” cui si rimanda per conoscere i dettagli.

Si ritiene desti interesse la descrizione cha sarà di seguito riportata delle speciali modalità con le quali si riesce a correggere le anomalie di un sistema acquedottistico di una certa importanza come quello in argomento.

Planimetria acquedotto del Consorzio Basso Tagliamento Cliccare per ingrandire
Planimetria acquedotto del Consorzio Basso Tagliamento
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Come risulta dalla planimetria schematica allegata il territorio servito conta alcuni comuni sparsi ognuno dei quali è munito di una propria piccola rete di distribuzione idraulicamente separata dall’adduzione. Ognuno di questi sistemi locali è munito di serbatoio a terra oppure di tipo sopraelevato (serbatoio pensile) che in teoria dovrebbero effettuare la compensazione delle portate e cioè riempirsi di notte per coprire l’indomani la punta di consumo. Si tratta di un funzionamento utopistico in quanto i serbatoi nella realtà sono direttamente alimentati dalla condotta adduttrice lunga oltre 40 Km e funzionante a pressione molto alta e pertanto si trovano costantemente, giorno e notte, sempre al loro massimo livello di invaso e non possono quindi effettuare nessuna funzione di compensazione delle portate. Tutto ciò obbliga l’impianto consorziale principale di sollevamento posto in località S. Vito al Tagliamento in testa alla rete di adduzione ed in prossimità delle fonti, a dover variare in continuità la propria portata onde seguire passo passo le richieste dell’utenza. Se si esaminasse il diagramma giornaliero delle portate prodotte ed immesse in rete da detta centrale si noterebbe come esse sono esattamente corrispondenti con il diagramma somma di tutti gli impianti dei singoli comuni e quindi denunciando portate massime alle ore 9 del mattino, portate medie durante il pomeriggio e portate quasi nulle durante la notte. Si tratta di un funzionamento che provoca una continua variazione alle macchine e soprattutto alla falda di attingimento dell’acqua con un rilevante spreco di energia elettrica di pompaggio e soprattutto delle sollecitazioni tutt’altro che benefiche alla falda artesiana. Per ottenere una doverosa normalizzazione di esercizio si è progettata e realizzata una serie di opere singolari ma molto efficaci consistenti nella costruzione a Bibione e cioè nel punto finale della rete di adduzione di un grande serbatoio di accumulo e soprattutto comprendenti originali apparecchiature automatiche di regolazione della portata immessa in serbatoio atte a modificare radicalmente il funzionamento della centrale posta all’inizio dell’adduzione e cioè a 40 km di distanza dal serbatoio stesso.


Infatti, invece di munire il serbatoio di Bibione dell’abusato sistema di regolazione tramite valvola di efflusso a galleggiante che non avrebbe fatto altro che tendere a mantenere sempre pieno anche questo serbatoio come avviene in tutti gli altri sparsi nel territorio, lo si è invece corredato di un sistema chiamato “a livelli imposti” il quale ne impone lo svuotamento ed il riempimento rispettivamente durante le ore diurne il primo e quelle notturne l’altro. riuscendo in tal modo a risolvere brillantemente i problemi. In dettaglio, una volta definito sperimentalmente quale sarebbe l’andamento ideale dei livelli del nuovo grande serbatoio in un giorno di consumo massimo dell’utenza, si é stabilito che l’automatismo obbligasse il serbatoio medesimo a seguire lo stesso identico andamento dei livelli in tutte le giornate dell’anno tipo, nessuna esclusa. In altre parole il serbatoio di Bibione di giorno immette in rete tutto il volume di cui dispone facendo economizzare nelle ore diurne l’acqua proveniente dalle fonti ed obbligando poi la rete di adduzione e gli impianti di produzione e sollevamento posti a 40 km di distanza a reimmettere di notte in rete e quindi anche nel serbatoio di Bibione il necessario volume idrico. Il risultato è consistito nella normalizzazione dell’impianto principale il quale non solo ha cessato di funzionare con le punte giornaliere prima descritte ma addirittura con una produzione maggiorata durante la notte quando le condizioni di falda ed il costo dell’energia elettrica di sollevamento sono più favorevoli.
La soluzione effettivamente realizzata si è dimostrata valida attraverso gli anni di effettivo esercizio e quindi costituisce un buon esempio da mettere in pratica in molti impianti di produzione acquedottistica nei quali sono presenti problemi analoghi a quelli indicati.

Ma la considerazione  più importante che deriva dall’esempio su riportato è la constatazione che un solo grande serbatoio è in grado di rimediare, da solo,  ai difetti dei molti altri serbatoi della stessa rete e che non svolgono affatto la funzione per cui sono stati costruiti. La condizione vincolante è che siano tutti idraulicamente  interconnessi.

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