
Le caratteristiche dell’acquedotto tradizionale sono facilmente rilevabili dalla figura n.1 che riporta lo schema classico comprendente un impianto di produzione con fonti e annesso impianto di pompaggio atto a convogliare, tramite apposita condotta di adduzione, l’acqua al serbatoio di compensazione giornaliera ubicato alla periferia della città da alimentare. Annessi al serbatoio di arrivo alla periferia della città si trovano l’impianto di sollevamento e la vasca di carico, nel caso specifico costituita da un serbatoio pensile da cui si diparte la rete di distribuzione.
E’ a tutti noto come sia proprio quello descritto lo schema maggiormente diffuso e che presenta però non pochi difetti di esercizio.
I più eclatanti sono:
* una pressione di consegna dell’acqua all’utenza inutilmente elevata di notte ed in genere durante i periodi di scarsa richiesta idrica che provoca un dispendio energetico di sollevamento ed un aumento delle perdite occulte d’acqua.
* un funzionamento pulsante del sistema di adduzione regolato dai galleggianti del serbatoio stesso anch’esso fonte di dispersioni energetiche.


La figura n. 2 illustra la soluzione migliorativa nella quale la distribuzione radiale dell’acqua in lungo e largo della rete di distribuzione avviene a partire da una posizione baricentrica rispetto all’ubicazione degli utenti ed inoltre tramite importanti opere che si prevede di ricavare nel sottosuolo di un area libera come piazza, giardino, ecc dove l’acqua trova il suo ambiente ideale di conservazione e dove i manufatti ed apparecchiature, anche se di notevoli dimensioni, non occupano preziose aree del centro città, non arrecano disturbo in superficie ed inoltre riescono di alimentare la rete con pressione omogenea e regolata ora per ora essendo ad immissione diretta in rete tramite pompe a velocità variabile. L’utente pertanto può godere di una alta pressione durante i periodi di forte consumo nel mentre la notte e quando si verificano bassi consumi con conseguenti basse perdite di carico, la pressione di consegna dell’acqua sarà molto inferiore. Sono evidenti i vantaggi di una minore spesa per l’energia elettrica di sollevamento e di minori perdite occulte di rete dovute all’abbassamento notturno della pressione.
Anche l’adduzione dalle fonti al serbatoio di compenso può usufruire di notevoli economie per diversificati motivi. Gli impianti di adduzione riescono infatti a convogliare tutta l’acqua dalle fonti e fino al baricentro della città senza eccedere nella portata istantanea essendovi completamente evitato il funzionamento critico: provvidenzialmente il sistema di regolazione del serbatoio a livelli imposti ora per ora (vedi https://tuttoacquedotti.it/acqua-bene-prezioso/serbatoi/) garantisce basse portate di giorno nel mentre il riempimento del serbatoio viene effettuato con le maggiori portate notturne che presentano costi inferiori.
Quella sommariamente descritta è una città di dimensioni imprecisate ma sicuramente modeste. Essa però rappresenta un modulo che in centri di notevoli dimensioni può essere ripetuto più volte ramificando l’adduzione in modo da farle rifornire più serbatoi di accumulo del tipo di quello descritto. Una soluzione migliore si ottiene diversificando le fonti e quindi rifornendo i vari serbatoi con acqua di varia origine (falda, sorgente, acqua superficiale potabilizzata ecc.) perché in tal modo aumenta la sicurezza di funzionamento della rete favorita dal sistema di immissione diretta dell’acqua in rete a pressione variabile che consente di unificare e omogeneizzare tutta la distribuzione anche se avente diversa provenienza e diversa pressione.
In conclusione si ritiene che l’esempio di rete ideale descritto abbia tutte le caratteristiche per rappresentare un modo corretto ed economico di costruzione e soprattutto di gestione di un moderno e razionale sistema di distribuzione idropotabile.