Una delle anomalie di molti acquedotti riguarda il mancato funzionamento delle vasche di accumulo dell’acqua cosiddette in quota perché poste ad una altezza corrispondente alla linea piezometrica di esercizio con l’errata motivazione di assegnare loro il compito di effettuare la compensazione giornaliera delle portate. Da rilevare come la determinazione classica delle caratteristiche dei serbatoi di compenso di questo tipo prescinda completamente dal funzionamento della rete essendo invece basata esclusivamente su due dati fondamentali che sono gli afflussi e i deflussi istantanei previsti in entrata e uscita dal serbatoio durante l’intero periodo di 24 ore della giornata. Vedremo a fine nota l’irrazionalità di questa procedura.

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Il mancato funzionamento di detti serbatoi, anche se dimensionati in base alle citate regole classiche come pure di quelli aventi cubature addirittura superiori, è comprovato dalla pratica di esercizio vissuta a lungo da chi scrive.
Costituisce un’esperienza interessante anche la seguente descrizione del comportamento della rete simulata al modello matematico ed in dettaglio del grafico, di cui alla figura allegata, che riassume il funzionamento dei serbatoi in quota durante una giornata di massimo consumo.
La simulazione riguarda una rete alimentata a pressione costante e munita di tre serbatoi in quota collegati direttamente in rete, senza interposizione di alcun organo di regolazione ma in teoria destinati alla compensazione giornaliera delle portate (per prendere visione dell’intera simulazione al modello matematico cliccare http://www.altratecnica.it/indicemiscellaneanuova/indiceacquedotti/razional.html )
Quello che preme far rilevare è l’andamento dei livelli di tali serbatoi.
Come si vede dal grafico essi iniziano a riempirsi alle 21 circa per giungere al loro livello massimo alle ore 6 circa. Nel frattempo i consumi dell’utenza, minimi durante la notte, hanno cominciato a crescere fin dalle ore 5 per giungere alla portata massima alle ore 9 circa. Dalle ore 6 quando i serbatoi sono pieni e l’acqua in essi contenuta è al suo livello massimo, si sta verificando un incremento vertiginoso di richiesta d’acqua da parte dell’utenza il che dà origine ad una vera e propria incongruenza tecnica in quanto è proprio durante questo periodo che i serbatoi offrono il loro massimo contributo effettuando uno svuotamento tanto repentino quanto inutile. Per svolgere compiutamente la loro azione compensativa i serbatoi avrebbero dovuto restare pieni e distribuire l’acqua più tardi durante la punta di consumo cioè a partire dalle ore 8 in avanti. La mancata funzionalità dei serbatoi è confermata anche dall’andamento della portata immessa in rete dalla centrale che è assurda in quanto assume il suo valore massimo non durante il periodo di consumi elevati ma invece alla sera dalle 18 alle 20 quando, essendo i serbatoi al loro livello minimo, anche la pressione di rete si mantiene bassa e quindi più ricettiva.
Si ribadisce che un funzionamento razionale dei serbatoi di compenso sarebbe quello, impossibile da ottenersi, di contribuire alla copertura delle punte di consumo e non, come spiegato, di intervenire altrimenti con il proprio volume. Si capisce anche come questo risultato non può assolutamente ottenersi senza un intervento intelligente della struttura, cioè senza una regolazione ordinata dall’impianto di telecontrollo e telecomando il che però presuppone una concezione dell’acquedotto completamente diversa da quella in oggetto.
La conclusione di questa nota non può che essere la seguente. Si sono esaminate le modalità di funzionamento dei serbatoi in quota di una certa giornata caratterizzata da determinate condizioni di richiesta idrica ma, se il giorno dopo queste condizioni cambiano, cambia certamente anche l’andamento dei livelli: ma allora com’è possibile che le regole classiche di determinazione dei serbatoi per definizione non ne tengano conto? La risposta è chiara: nessun serbatoio in quota può svolgere compiutamente l’azione di compensazione assegnatagli in origine e viene qui ribadita la necessità di compiere una vera rivoluzione nella costituzione degli acquedotti italiani.