Nel corso delle varie note si è insistito sull’importanza che riveste la distribuzione dell’acqua all’utenza con una pressione adeguata ed ottenuta soprattutto tramite la immissione diretta in rete a pressione variabile e regolata automaticamente in funzione di quella di arrivo presso l’utenza. E’ però necessario precisare come, se questo risultato è abbastanza facile da ottenere quando il territorio da servire è pianeggiante, diventa invece assai arduo nei centri abitati di collina o di montagna in quanto le variazioni altimetriche del suolo comportano ovvi cambiamenti di pressione dell’acqua intubata rispetto al suolo stesso. In questi casi, pur restando confermata l’esigenza di alimentazione di partenza ad immissione diretta in rete ed a pressione variabile di cui si è detto, si impone anche una regolazione diffusa in rete che provveda, tramite installazione di apposite apparecchiature estese a tutto il territorio, alle necessarie correzioni .

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Si tratta di una operazione complessa e difficile da spiegare in queste poche righe. Mi limiterò quindi ad illustrare i soli concetti generali precisando che si trovano in libreria gli atti di alcuni convegni tenuti sul tema e che illustrano in dettaglio i grandi progressi già compiuti. (Vedi i titoli nella fotografia della nota)
La regolazione minuta della pressione deve esser ottenuta tramite valvole di regolazione ed in qualche caso con impianti sussidiari di sollevamento locale. La parte più importante riguarda la progettazione degli interventi che deve esser fatta da specialisti che hanno già fatto esperienza nel settore, avendo preso visione della letteratura esistente e degli interventi già realizzati e funzionanti con esito positivo. La parte fondamentale di tutto il lavoro è la costituzione ed utilizzazione del modello matematico della rete quale unica risorsa per poter definire la soluzione valida.
Importante tener presente alcune regole fondamentali.
La regolazione ha luogo principalmente tramite valvole di riduzione della pressione asservite all’impianto centralizzato di telecomando e telecontrollo il quale le fa chiudere o aprire fintantoché in tutte le aree poste sotto controllo non si stabilisce la pressione ivi prefissata per tutte le 24 ore della giornata e quindi pressioni che dovranno esser più elevate durante i periodi di maggior consumi e molto basse durante la notte e nei periodi di scarsa richiesta idrica dell’utenza. Le valvole sono apparecchiature costose e complesse per cui devono essere razionalmente progettate in numero il più basso possibile compatibilmente con le necessità obbiettive.
Questo comporta una particolare costituzione o correzione della rete la quale deve essere munita di grosse condotte che svolgano la funzione principale di trasporto idrico e che, una volta munite delle valvole di regolazione, siano in grado di influenzare da sé sole una estesa parte della rete. Si deve inoltre precisare che la regolazione oltre che a mezzo delle valvole citate, può aver luogo anche tramite valvole di secondo piano non collegate al telecomando in quanto lavorano ad esempio per mantenere a valle una pressione fissa o una portata costante oppure che entrano in funzione a tempo prefissato. Un altro tipo di regolazione può consistere nella chiusura totale ed a tempo di saracinesche di linea. Quanto indicato serve solo a dare un’idea della complessità del compito da svolgere.

Quello che è certo è l’ottimo risultato finale che si verrà a raggiungere se l’operazione sarà condotta bene: notevolissimi miglioramenti del servizio con grande riduzione delle perdite d’acqua, grande risparmio di energia elettrica e soddisfazione dell’utenza per l’ottimo servizio ottenuto. Non resta quindi che da augurarsi che la regolazione della pressione di esercizio delle reti, comunque realizzata e quindi con semplice regolazione della pressione iniziale oppure con ulteriore intervento diffuso, venga estesa alla stragrande maggioranza degli acquedotti.
Le istruzioni riportate sono in netto contrasto con la tecnica. molto diffusa, della distrettualizzazione ( di cui si possono trovare in questo sito alcuni articoli ricercando la parola “distrettualizzazione” ) poichè chi scrive è convinto che i grandi benefici di quest’ultima metodologia siano annullati dai danni che essa provoca con lo spezzettamento imposto alle reti interconnesse. Si ritiene invece sia corretto adottare tecniche come quella indicata, meglio se basate sulle metodologie di calcolo ancora più sofisticate ed oggi disponibili ed ancora meglio se verrà portata a termine l’operazione di sostituzione di tutti i contatori d’utenza dotando gli allacciamenti di apparecchi di misura multifunzione. (vedi sostituzione contatori )