LA RETE ACQUEDOTTISTICA NAZIONALE DI ADDUZIONE – DALLE ALPI ALLA SICILIA

Schema della rete di distribuzione del gas in Italia
Figura n. 1
Schema della rete di distribuzione del gas in Italia

Nella planimetria allegata è rappresentata la rete di distribuzione del gas in Italia. Da rilevare che si tratta di una rete unitaria che copre tutto il territorio nazionale rifornendolo dell’importante combustibile senza soluzione di continuità. Pur essendo ben noto che il trasporto del gas segue leggi completamente diverse da quelle dell’acqua, pur tuttavia viene da chiedersi come mai la rete acquedottistica sia, contrariamente a quella anzidetta, spezzettata in mille parti.
Si vuole in questa nota formulare un’ipotesi che esamini quali sarebbero i vantaggi ed i problemi di una rete che, del tutto analogamente a quanto realizzato per il gas, unificasse anche il sistema di rifornimento idrico.
Si tratta senza dubbio di un’ipotesi del tutto utopistica che si ritiene comunque utile formulare perché offre il destro di far discutere di un tema importante come quello dell’acqua potabile che soffre di una profonda crisi generale per la cui soluzione bisognerà sicuramente scegliere strade nuove tra le quali potrebbe in futuro rientrare anche quella in argomento. Per farlo ci si basa su un ragionamento di base apparentemente molto semplice.
Gli attuali sistemi di approvvigionamento degli acquedotti italiani sono molto disparati e vanno dal reperimento di acqua naturalmente buona e di basso costo come quella delle sorgenti delle aree montane e collinari, di quella buona ma costosa delle falde artesiane, a quella che richiede onerosi trattamenti per far diventare potabile l’acqua grezza dei fiumi, dei laghi, quella reflua di  fognatura o addirittura quella marina previa  fdesalinizzazione

Schema di rete nazionale di adduzione idropotabile nazionale
Figura n. 2
Schema di rete nazionale di adduzione idropotabile nazionale

Poiché i sistemi idropotabili sono di dimensioni relativamente piccole o piccolissime non è possibile incrementare oltre un certo limite l’utilizzazione dell’acqua migliore e di basso costo, invece per ogni insieme è giocoforza limitarsi all’uso di quella del proprio territorio, o al massimo di quelli vicini senza poter operare grandi scelte. La soluzione che viene qui intravista si basa sulla creazione di un unico organismo al quale affidare il compito di rifornire d’acqua potabile tutti gli acquedotti italiani. Allo scopo, costruita la rete di adduzione acquedottistica nazionale, come ad esempio quella schematizzata nella fig. 2, bisognerebbe affidare al citato ente l’esercizio di tutte le fonti degli acquedotti affinché venissero immesse indistintamente tutte nella rete di adduzione nazionale il quale, riorganizzata l’intera adduzione anche tramite integrazione grazie a nuove fonti tra le quali sicuramente svolgerebbero un ruolo primario le acque di fiume potabilizzate, passerebbe alla distribuzione acquedotto per acquedotto secondo le nuove regole e quindi valorizzando qualità e costi di produzione e trasporto.
Sono evidenti i risultati : partendo dalla equiparazione del servizio in tutto il territorio italiano vincendo le crisi sistematiche di certe aree siccitose, si arriva al raggiungimento del pieno soddisfacimento del fabbisogno in tutto il territorio italiano ed ad una notevole diminuzione dei costi di produzione dell’acqua.
Sicuramente se si vede nella rete nazionale soltanto un mezzo per trasferire nell’Italia meridionale in crisi idrica l’acqua del settentrione ricco del prezioso elemento, se ne ricava una immagine falsa e ben diversa da quella reale in base alla quale figurerebbe un mezzo formidabile per collegare idricamente una regione con quella vicina la quale a sua volta è via via collegata ad altre regioni in modo da coprire tutto il territorio nazionale con una rete idrica funzionale che offre piena sicurezza ad un servizio essenziale come quello idropotabile.

Altri dettagli sono visibili nell’articolo “VIAGGIO FANTASTICO NELL’UTOPIA DELL’ACQUA”