UN GRANDE BACINO DI ACCUMULO D’ACQUA DOLCE

La risalita del cuneo salino lungo l'Adige
La risalita del cuneo salino lungo l’Adige

E’ ben noto che uno degli interventi necessari per la risoluzione dei gravi problemi che in un futuro prossimo investiranno il rifornimento idropotabile consiste nella costruzione di grandi invasi atti ad una efficace compensazione plurisettimanale delle portate. Si è già vista in sintesi la possibilità di raggiungere buoni risultati mediante la costruzione di bacini alla foce dei fiumi principali e si ritiene utile fornirne degli ulteriori dettagli iniziando dalla parte finale di un vecchio articolo visibile su
http://www.altratecnica.it/indicemiscellaneanuova/indiceacquedotti/sbarram_ottobre2004.html .

Lo sbarramento del Tamigi a sud di Londra
Lo sbarramento del Tamigi a sud di Londra

Tale articolo segnala che a Londra, con il passare degli anni, si è deciso di utilizzare un’opera imponente come lo sbarramento del Tamigi, in origine avente unicamente lo scopo di salvaguardare la capitale dagli allagamenti provenienti da valle e cioè dall’alta marea, anche quale grande serbatoio di accumulo d’acqua dolce. Allo scopo sarebbe sufficiente adottare una diversa modalità di esercizio delle strutture esistenti senza operare alcun intervento sostanziale di modifica. In pratica con la chiusura parziale delle paratoie durante i periodi piovosi il livello del Tamigi aumenta e si viene a formare un notevole invaso utilissimo in tempo secco per soddisfare le richieste idriche di acqua grezza e acqua potabile.
Anche in Italia, come a Londra, su alcuni fiumi italiani sistematicamente danneggiati dal cuneo d’acqua salata che riesce a risalire per parecchi chilometri lungo l’asta rendendo l’acqua fluente assolutamente inutilizzabile proprio nei momenti di maggior fabbisogno irriguo e potabile, si stanno realizzando degli sbarramenti che, chiusi nei momenti critici, proteggono il fiume da ogni invasione di acqua salmastra. Sempre in analogia con Londra, viene da chiedersi se non sia possibile modificare l’opera di sbarramento dando origine, quando opportuno, ad un grande bacino di accumulo costituito dall’asta del fiume nel tratto finale subito a monte dello sbarramento e che, riempito fino alla sommità arginale adattata alla sua nuova destinazione e per tutta la larghezza utile e quindi comprensiva delle barene spesso assai vaste, consentirebbe l’accumulo di consistenti volumi di acqua che altrimenti andrebbe a scaricarsi a mare totalmente inutilizzata.

Profilo schematico del fiume Adige munito di barriera mobile di foce atta alla costituzione di un grande bacino di accumulo.
Profilo schematico del fiume Adige munito di barriera mobile di foce atta alla costituzione di un grande bacino di accumulo. Sono indicati con tratteggio i volumi di invaso in diverse condizioni di esercizio.
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Per dare un’idea dell’enorme vantaggio ottenibile si è supposto di costruire una barriera mobile sul fiume Adige attualmente molto sfruttato ai fini irrigui e potabili ed assai frequentemente reso inutilizzabile dalla risalita del cuneo salato. Nel profilo allegato si sono disegnate con tratteggio diverse possibilità di accumulo con una capacità utile massima di ben 17 milioni di mc d’acqua avendo una estensione longitudinale di oltre 25 km.
E’ interessante notare come ci siano in Italia fiumi dotati di barene ampissime che darebbero un risultato proporzionalmente ancora maggiore di quello dell’Adige.
Ad avviso di chi scrive la soluzione “bacino di accumulo fluviale” meriterebbe un’attenzione particolare.

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