
L’accumulo di consistenti volumi d’acqua potabile rappresenta uno di mezzi fondamentali per risolvere la carenza d’acqua potabile che incomberà in maniera tragica impegnando gli anni prossimi nella ricerca della soluzione migliore per realizzare serbatoi di dimensioni notevoli. La loro costruzione nella superficie del suolo attuata con normali mezzi è in grado di offrire manufatti che possono avere una capacità al massimo pari, per ciascuna unità, a 20000/30000 mc nel mentre le necessità di un futuro ormai prossimo sono relative a volumi di invaso molto maggiori, ad esempio del tipo di quelli finora realizzati tramite i bacini artificiali con dighe di ritenuta ed aventi milioni di mc utili. Alla data odierna però sono molte le difficoltà che si frappongono ad ulteriori costruzioni di opere di questo genere in zone montane o collinari sia per mancanza di luoghi adatti, sia per il pericolo dei danni ambientali che essi producono per cui la previsione del loro futuro apporto benefico in campo acquedottistico sono ridotte praticamente a zero.
La soluzione va trovata nella ubicazione di mastodontici serbatoi nel sottosuolo dove essi possono trovare ottima collocazione e, se realizzati con le dovute cautele ed adottando opportune ed economiche modalità costruttive, non produrre danni ambientali di rilievo. Immagazzinare sotto terra l’acqua significa riportarla nel suo ambiente naturale dove può restare a lungo senza danno alcuno né per quanto riguarda pericolo di suo inquinamento per alterazioni chimiche o batteriologiche né per eccessive variazioni di temperatura e restando disponibile ad essere riutilizzata per coprire la scarsità delle usuali fonti in tempi e luoghi anche se lontani dal punto e dal momento di immagazzinamento nel sottosuolo.
Si indicano di seguito alcune delle modalità correnti di realizzazione.

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La prima consiste senza dubbio nella ricarica artificiale di falda. Si tratta di un metodo in uso da anni in molte realtà straniere ed anche italiane con risultati ottimi di cui si forniscono solo indicazioni sommarie in quanto esistono pubblicazioni specifiche che lo spiegano in dettaglio con il corredo di molti esempi reali . Individuata un’ampia zona con sottosuolo permeabile, come ad esempio vaste stratificazioni ghiaiose delimitate da perimetro impermeabile, si deve predisporre lo sfioro di corsi d’acqua e la immissione delle rilevanti portate che vi si trovano in occasione di piogge eccezionalmente intense, tramite percolazione dal terreno soprastante sistemato a forma di bacino di accumulo provvisorio. Quando l’altimetria dei luoghi non consente il funzionamento a gravità, si deve provvedervi con pompaggio meccanico e con opere particolari come pozzi, drenaggi ecc. Quello che si vuole qui segnalare è la grande importanza rivestita dalla ricarica di falda nella risoluzione dei problemi idropotabili in argomento.

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Un altro sistema può configurarsi nella costruzione di serbatoi analoghi a quelli appena citati ma realizzati tramite diaframmi di impermeabilizzazione che ne costituiscano il perimetro di delimitazione garantendone la tenuta. Un buon esempio è quello del progetto effettuato anni or sono dal Prof. Megale dell’Università di Pisa e di cui si può farsi un’idea in internet con il progetto di serbatoio sotterraneo tramite diaframmi
Altre metodologie riguardano la costruzione di opere in cemento armato o acciaio ricavate interamente nel sottosuolo. Tra di esse particolare importanza la costruzione, facilitata dalle enormi frese oggi esistenti, di gallerie serbatoio con le quali tali opere possono assumere diametri ed estensioni veramente notevoli e capienti. Un buon esempio può vedersi nell’articolo Un maxi serbatoio per l’Isola d’Elba
Quello che preme segnalare in questa nota è la grande possibilità offerta dal sottosuolo per lo stoccaggio di quei grandi volumi idrici che risultano essenziali per la risoluzione di un probloema fondamentale come quello della alimentazione idropotabile.