ACQUEDOTTI – IMPORTANTI RICERCHE TROPPO SPESSO UTILIZZATE FUORI LUOGO E FUORI TEMPO

Per coloro che vogliono approfondire le moderne tecnologie di calcolo, di definizione progettuale e di classificazione del funzionamento delle reti acquedottistiche semplici o complesse, anche in mancanza di alcuni dei dati fondamentali di esercizio come portate reali, coefficienti di scabrezza ecc, esistono numerose possibilità. Pur escludendo la letteratura tecnica classica la quale continua a ricalcare i soli concetti tradizionali su cui si basa l’acquedottistica, sono reperibili in commercio ottimi testi che illustrano il continuo progredire di questa moderna tecnica, vengono tenuti in molte parti del mondo interessanti convegni rendendo disponibili gli atti che si possono in seguito consultare, ed infine esistono su internet numerose pubblicazioni che trattano l’argomento.

Nel mentre chi scrive nutre profonda ammirazione e fiducia nei risultati che potranno derivare da questi avanzati studi ritiene opportuno avanzare alcuni commenti critici.

Prima di tutto io non riesco a capire perché non tutte le università approfittano di questa vera mole di novità dalle quali possono derivare notevoli miglioramenti nel sistema acquedottistico nazionale. Sono invece convinto che molti ingegneri escano dall’Università considerando valida soltanto la teoria classica tradizionale. Questa affermazione viene avvalorata dal fatto che alcune innovazioni da me fatte installare su acquedotti in esercizio reale e che hanno dato risultati ottimi per decenni, sono state in seguito letteralmente annullate ritenendole in difformità rispetto ai principi di acquedottistica tradizionale di cui si diceva, il ché, a mio avviso, costituisce un fatto  tanto grave da costituire uno dei motivi della arretratezza del sistema idropotabile italiano.

Carro agricolo tradizionale: sarebbe possibile dotalo del motore di una Ferrari?
Carro agricolo tradizionale: sarebbe sensato dotarlo del motore di una Ferrari? Qualcosa di simile accade quando si apportano miglioramenti modernissimi ad acquedotti vecchi, obsoleti e colabrodo!

Un secondo punto importante sul quale ho già insistito più e più volte è il seguente.

L’applicazione della straordinaria tecnica in argomento dovrebbe essere limitata a sistemi moderni ed aggiornati:  è un controsenso adottarla su acquedotti di concezione obsoleta e che hanno invece bisogno di tutt’altro intervento preliminare. Un esempio banale ma calzante potrebbe essere quello di colui che applica il motore di una Ferrari ad un carro agricolo come quello della foto allegata: risulta chiaramente che la prima cosa da fare non è assolutamente l’applicazione del modernissimo motore ma il cambiamento radicale del veicolo! Solo a posteriori si si potranno adottare tutte le sofisticazioni migliorative del caso.

Per passare ad un esempio più consono alla materia di cui stiamo trattando, considererei la rete di distribuzione di una città pianeggiante alimentata, seguendo i principi tradizionali, da una vasca di carico posta a 70 m di altezza e ritenuti adeguati per avere una buona pressione finale nei quartieri urbani posti alla estrema periferia cittadina.

Profilo piezometrico schematico ricavato da un moderno  testo di acquedottistica molto usato dagli universitari
Profilo piezometrico schematico ricavato da un moderno testo di acquedottistica molto usato dagli universitari: pressione elevata proprio quando non serve!

La conseguenza logica è il verificarsi, in certe aree ed in certi periodi, di pressioni eccessive. Viene quindi studiata la soluzione per modulare bene la pressione di consegna dell’acqua all’utente applicando la ottima metodologia di calcolo indicata, risultante basilare ed atta a progettare le modifiche migliorative da apportare alla rete. Personalmente riterrei che, prima di passare a questa metodologia si potrebbero ottenere risultati eclatanti modificando la costituzione di base della rete, ad esempio sostituendo l’alimentazione a pressione fissa di 70 m. con quella a pressione variabile di inizio rete, provvedendo ad esempio alla sua diminuzione nel periodo notturno e più genericamente in tutti i periodi di scarso consumo. Fatta questa operazione allora sì si può pensare di migliorare ulteriormente il funzionamento introducendo la modulazione organizzata con la metodologia di cui si è detto. Per convincersene basti pensare che con la soluzione più tecnologica si solleva tutta l’acqua a 70 metri di altezza per poi dissipare il carico in lungo ed in largo nella rete.

La conclusione trova conferma nel motto di Leonardo da Vinci stilato seicento anni fa:

Se t’avvien di trattar delle acque consulta prima l’esperienza e poi la ragione”.