
Sono molte le località per le quali non si porrà il problema di scarsità delle fonti ma, anche quest’anno si ripeterà l’assurdità di aree che , subiti danni ingenti dalla troppa acqua caduta dal cielo in una stagione inclemente, dovranno poi d’estate patire grandi carestie idriche.
Gli esempi, tutti assurdi, sono molti. Io descriverò quello che conosco abbastanza bene e cioè quello dell’Isola d’Elba. Anche lì si sono ripetuti dannosi allagamenti ed ora ci si sta lamentando della mancanza di lavori di sistemazione dei fossi e canali di evacuazione delle acque piovane per cui si teme che anche nei prossimi anni gli allagamenti abbiano a ripetersi. Ciò non toglie che, d’estate si soffra per mancanza di acqua potabile e di acque di qualunque altro genere. L’estate scorsa, ad esempio non fosse stato per una provvidenziale pioggia di fine agosto, la crisi idrica in atto avrebbe assunto toni veramente drammatici per l’economia dell’intera isola.
Anche nel caso dell’Elba il rimedio, lapalissiano, è noto a tutti: accumulare d’inverno una parte di quell’enorme volume che, mancando completamente bacini naturali o artificiali di contenimento, si scarica inutilizzato a mare in brevissimo tempo.
Anche l’Ente gestore, coscientemente, stà provvedendo in questo senso per creare bacini di accumulo del prezioso elemento. La descrizione del provvedimento, che cercherò di riassumere in poche righe, non solo costituisce un assurdo tecnico ma, secondo il giudizio di chi scrive, potrebbe benissimo essere la trama di un film comico o di un libro da leggere per divertirci l’estate prossima in spiaggia sotto l’ombrellone che ripara dal sole cocente.
L’ opera che in casi del genere e specialmente in passato, veniva costruita era un grande bacino artificiale a mezzo di una grande diga di ritenuta. Ai nostri giorni tali lavori non sono più realizzabili per molteplici motivi ed all’Elba per uno solo di essi: mancanza del luogo adatto per poterlo realizzare senza distruggere la ricchezza e la bellezza dell’Isola. Allora cosa si è pensato di fare? Costruire non uno ma una ventina di piccoli laghetti sparpagliati un pò dovunque e tutti di dimensioni e di altezza d’acqua piuttosto modeste. Il primo di essi denominato “Condotto” è già in fase di avanzata costruzione.

Ogni laghetto è individuato dal nome scritto in colore rosso
Detto questo è facile elencare le assurdità di questa soluzione. Occorre innanzitutto chiarire come in questi laghi si pensa di accumulare non solo l’acqua della pioggia ma anche quella, d’invero molto abbondante, che forniscono i pozzi e le fonti locali. Quindi ecco la procedura che sarà seguita quando le opere saranno concluse.
1)Immagazzinare tutta l’acqua disponibile in inverno, compresa quella ottima dei pozzi locali, distribuendola in una ventina di piccoli laghetti dove tale acqua dovrà rimanere fino all’estate sotto i raggi del sole, senza avere la sicurezza che il fondo dei laghetti sia a tenuta e quindi una gran parte di acqua sia dispersa nell’aria per evaporazione o nel sottosuolo per infiltrazione. Non parliamo della possibilità di atti vandalici o di immissioni sconsiderate di acque inquinate sia provenienti dalla superficie ( pensiamo agli scarichi fognari) e sia dal sottosuolo la cui natura non è ben nota trattandosi non di una singola area su cui sarebbe facile effettuare degli accertamenti ma di aree sparse in tutta l’Isola ed aventi diversificate composizioni del sottosuolo.

2) Giunta l’estate riprendere l’acqua dai laghetti diventata acqua di pozzanghera e farla diventare potabile non già tramite un solo modernissimo impianto di potabilizzazione ma mediante un numero imprecisato di impianti tutti di piccola dimensione e sparsi un pò dovunque in Isola e poterla finalmente pompare nell’acquedotto.
3) finita l’estate tutti gli impianti di potabilizzazione restano per mesi e mesi assolutamente fermi in attesa della prossima estate il che finirà per farli invecchiare prematuramente.
Ho raccontato questo episodio, che non credo sia il solo, per far capire come molte volte la causa dei disservizi non possa essere attribuita alle condizioni naturali dei luoghi ma alla mancata attuazione di interventi razionali ed adatti, ognuno di essi, alle particolari condizioni locali.
Per chi ha interesse di approfondire l’argomento segnalo un mio progetto, ovviamente non accolto, che avrebbe risolto in altro modo il problema elbano. Cliccare qui sotto
PROGETTO DI MASSIMA SERBATOIO -GALLERIA PER L’ISOLA D’ELBA
Post scriptum, anno 2021
In epoca successiva alla pubblicazione originaria dell’articolo, si è costruito il primo dei 21 laghetti con una spesa di i,5 milioni di euro. Ebbene, terminato due anni fa il laghetto è tutt’ora inutilizzato senza che siano state e diffuse le motivazioni. Il lago appare sempre vuoto il ché fa pensare alla mancata tenuta del fondo o delle pareti. Il grave insuccesso dell’opera ha provocato l’abbandono del progetto dei 21 laghetti per passare a quello di costruzione di impianti di dissalazione dell’acqua marina. Anche questa volta la progettazione è totalmente mancante di una dimostrazione della razionalità funzionale ed economia di una soluzione così rivoluzionaria per l’Isola d’Elba