LE STRATEGIE FONDAMENTALI DEI GRANDI PROBLEMI SPESSO INSISTONO PRODITORIAMENTE NEGLI ERRORI DI BASE: IL CASO DI ACQUEDOTTI E CATASTO ITALIANI

 

Un esempio che fa testo.

Mappa catastale digitalizzata
Mappa catastale digitalizzata

Il catasto italiano è autore e depositario della documentazione ufficiale dei beni immobiliari italiani. Uno degli elaborati fondamentali è costituito dalla mappa cioè dalle planimetrie di tutto il territorio nazionale normalmente in scala 1:2000, 1:1000 all’impianto rilevate e redatte utilizzando strumentazione ed attrezzature che si usavano un secolo or sono, aggiornate di anno in anno sempre a mano. Recentemente le mappe sono state trasferite al digitale tramite scannerizzazione di quelle originali il che significa mantenerne inalterati errori ed approssimazioni.

L’aspetto che si vuole qui far rilevare riguarda le decisioni prese un ventennio or sono ed aventi. tra l’altro, lo scopo di rimediare agli errori della rappresentazione mappale di impianto e a quelli successivi di aggiornamento. Non ci sono dubbi sulla opportunità di provvedere al rifacimento ex novo di un documento così importante così come pure sulle procedure che allo scopo si dovrebbero adottare eseguendo in prima fase la rete trigonometrica primaria cui riferire il lavoro di seconda fase e cioè il successivo rilievo di dettaglio che i moderni mezzi topografici consentirebbero di portare a termine con notevole precisione e razionalità.

Segnale punto trigonometrico
Segnale punto trigonometrico

Questa la teoria schematica.

Semplicemente paradossale ciò che invece si decise qualche decennio fa e che viene imposto anche ai nostri giorni.

 

 

 

Rilievo appoggiato a punti fiduciali
Rilievo appoggiato a punti fiduciali

Infatti si è allora convenuto di agire all’incontrario e cioè dar corso per prima alla procedura di seconda fase e cioè al rilievo dei dettagli ritenuta atta a costituire un archivio di tutti i contorni dei beni immobiliari riferiti ai così detti punti fiduciari cioè a punti fasulli scelti sulla mappa e definiti da coordinate lette graficamente sulla mappa stessa scala 1:2000. Si è allora imposto a chi si occupa di pratiche catastali, di inserire su mappe approssimative o addirittura errate come sono le mappe ufficiali, degli elementi esatti cioè di compiere una operazione impossibile pur se soggetta a dei vincoli che, pena la mancata approvazione delle procedure notarili, li ha costretti troppo spesso a ricorrere a degli stratagemmi.

Alla data attuale il catasto è nella seguente situazione:

* mappe digitalizzate ma assolutamente imprecise

* una imponente mole di elementi analitici esatti eseguiti da tecnici privati e tramite i quali si pensava di poter correggere o migliorare le mappe mentre invece hanno contribuito a peggiorare la situazione

* diventa sempre più impellente la necessità di rifare ex novo e con moderne tecnologie le mappe catastali

* nessun beneficio si potrà ritrarre ai fini di una buona definizione delle nuove mappe dalla mole di dati che si sono citati.

* In poche parole si può concludere che si è operato in maniera totalmente errata e fuori dalla realtà di cui ci si potrà convincere solo quando finalmente si darà corso al rifacimento totale delle mappe.

Ed ora passo agli acquedotti per dimostrare l’esistente similitudine con quanto sopra.

Gli studiosi e docenti universitari di acquedottistica sono da tempo impegnati a trovare metodi matematici e statistici di straordinaria efficacia nel trattamento dei dati di funzionamento degli acquedotti. Questo l’elenco di alcuni di essi: l’algoritmo genetico PIKAIA, il risolutore NITSOL per sistemi non lineari, l’ottimizzazione del sistema idrico mediante algoritmo genetico. A questo si deve aggiungere l’adozione della distrettualizzazione che trova seguaci in tutto il mondo.

Trattasi di moderni metodi grazie ai quali, essendo in possesso di grandi quantità di elementi reali di gestione degli acquedotti, gli eminenti studiosi riescono a definire le migliori modalità di esercizio degli impianti.

Una delle molte demolizioni degli inutili o dannosi serbatoi pensili già effettuate
Un intervento necessario : eliminazione di tutte o quasi tutte le vasche di carico da sostituire con immissione diretta in rete a pressione variabile regolata

Chi scrive vede in tutto questo lavoro una grande similitudine  con quanto prima descritto in relazione al catasto italiano. A mio avviso applicare questa tecnica specifica di interpretazione dei dati di funzionamento ad acquedotti che possono definirsi trogloditici, significa proprio agire all’incontrario come ha fatto il catasto. Si riuscirà senza dubbio a definire il loro utilizzo ottimale  ma non se ne elimineranno le gravi inefficienze di base, al contrario si contribuirà dannosamente  a perpetuarle nel tempo . Anche in questo caso ci si accorgerà del grave errore di strategia generale quando finalmente si darà il via ad una operazione essenziale e cioè al rifacimento degli acquedotti su basi totalmente diverse da quelle dei servizi idropotabili esistenti mentre ora ci si sta perdendo in elucubrazioni matematiche straordinarie ma tutte tese soltanto a modificare e migliorare un sistema acquedottistico obsoleto, superato nella sua costituzione di base e nel suo esercizio forzatamente illogico, sistema che continua e continuerà ad essere superatissimo anche dopo l’applicazione di dette avanzatissime elucubrazioni teoriche.

 

 

 

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