Acquedotti italiani colabrodo
Perdono 100mila litri al secondo
La rete idrica è carente soprattutto nelle isole e al Sud
Gli acquedotti in Italia sono come dei colabrodo: ogni 100 litri d’acqua, 40 non arrivano a destinazione. Uno spreco di oro blu pari a 100 mila litri al secondo. La situazione riguarda tutto il Paese, con punte di criticità nelle isole e al Sud. L’Istat, parlando di “dispersioni che continuano a essere persistenti e gravose”, certifica l’allarme nel suo nuovo rapporto, “Censimento delle acque per uso civile”.
Bene sprecato – In particolare, nel 2012 il 37,4% dell’acqua immessa nella rete non è arrivata a destinazione, cioè non è uscita dai rubinetti, perdendosi nei tubi con un peggioramento del 5,3% rispetto al 2008. Nel complesso, le dispersioni di rete ammontano a 3,1 miliardi di metri cubi: 8,6 milioni di metri cubi persi al giorno. La maglia nera per le perdite di rete va alle isole (48,3% di dispersione) e al centro-Sud. Abruzzo e Puglia hanno sanato situazioni critiche. Ma anche al Nord c’è un peggioramento.
.
Questo articolo mi è stato trasmesso da un amico: nulla di nuovo nell’aria.
La novità o meglio la cosa ormai nota a tutti è duplice: primo la perdita di acqua effettiva è ben superiore a quella denunciata dalla stampa (vedi le perdite)
Secondo punto. Si afferma comunemente che la causa è da ricercarsi nella mancanza di fondi necessari per il rifacimento delle condotte stradali mentre si trascurano elementi sostanziali come l’arretratezza tragica dei sistemi di produzione e distribuzione d’acqua italiani e soprattutto dei concetti di base dei sistemi stessi.
Per dimezzare con poca spesa e da subito le perdite basterebbe regolare la pressione degli acquedotti delle grandi città pianeggianti: se non lo si fa non è per mancanza di fondi ma per mancanza di idee