L’ALIMENTAZIONE IDROPOTABILE A TURNI ALTERNATI

Tra le anomalie degli acquedotti figura, per fortuna con modesta diffusione, la necessità di razionare il servizio idrico per momentanee scarsità dell’acqua prodotta dalle fonti.
I provvedimenti che si adottano in tale malaugurata ipotesi sono nell’ordine:
· In prima fase la sospensione della fornitura d’acqua durante i periodi notturni;
· In seconda fase, da attuare in caso di insuccesso della prima ed in aggiunta ad essa, la sospensione diurna praticata a turni orari alternati mediante chiusura delle saracinesche stradali zona per zona e per periodi più o meno lunghi in funzione della residua disponibilità d’acqua.
Oltre a provocare gravi disagi alla popolazione che si vede privata del rifornimento idrico per molte ore del giorno e per tutta la notte, un servizio turnario del genere comporta anche gravi rischi igienici.

Fessurazioni delle tubazioni
Fessurazioni delle tubazioni

E’ infatti ben noto come in ogni realtà acquedottistica siano presenti piccole fessurazioni o rotture delle tubazioni interrate che provocano, durante il normale esercizio, perdite d’acqua per quantitativi pari, in acquedotti in ottimo stato di manutenzione e funzionanti a pressione normale, a circa il 20% del volume totale d’acqua prodotta per arrivare, negli acquedotti vetusti o funzionanti a pressione elevata, fino al 50% di esso ed anche oltre. Fortunatamente la fuoriuscita d’acqua attraverso le piccole fessure, esercita una azione igienicamente protettiva in quanto la forte pressione e velocità che la caratterizza, inibisce ogni immissione all’interno delle tubazioni di liquidi, insetti o altre sostanze inquinanti sempre presenti nei terreni attraversati dalle tubazioni, azione protettiva che però viene totalmente a mancare quando, per un qualsivoglia motivo, il flusso d’acqua in condotta viene interrotto. Ha luogo, in tal caso, un’azione contraria di aspirazione verso l’interno delle condotte stesse che tendono a svuotarsi per alimentare utenze o perdite ubicate nelle zone altimetricamente depresse. In definitiva ogni interruzione di funzionamento delle condotte stradali costituisce una probabile fonte di inquinamento che impone, prima della messa in pristino, un accurato lavaggio e disinfezione di tutti i tronchi di tubazione interessati dal disservizio.
Sono evidenti i rischi igienici che si corrono quando l’alimentazione idropotabile di un’intera città viene effettuata, come indicato all’inizio, a turni alternati comportanti ripetute sospensioni e rimesse in servizio dell’intera rete di distribuzione dell’acqua potabile senza che vengano rispettate le regole citate in tema di lavaggio e disinfezione.

Variazione delle perdite occulte in funzione della pressione di rete
Variazione delle perdite occulte in funzione della pressione di rete

La soluzione può essere trovata adottando la rete di distribuzione funzionante a pressione di partenza variabile con eventuale aggiunta di valvole di riduzione della pressione atte ad affinare la regolazione, il tutto secondo le indicazioni date in molte altre parti del presente lavoro e che presenta, tra i molti vantaggi, anche quello di limitare durante prefissati intervalli temporali, i volumi d’acqua da distribuire all’utenza, non già, come si usa fare con troppa disinvoltura chiudendo sic et sempliciter l’acqua zona per zona, ma invece abbassando ad arte la pressione di esercizio fino al raggiungimento delle necessarie economie idriche e tutto ciò mantenendo comunque una pressione finale in condotta sempre sufficiente per evitare ogni immissione di sostanze dall’esterno dei tubi.

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Grafico giornaliero delle pressioni e portate reali di un acquedotto alimentato a pressione variabile
Grafico giornaliero delle pressioni e portate reali di un acquedotto alimentato a pressione variabile

Si dimostra come, anche in regime di funzionamento normale, ad una riduzione della pressione di esercizio contenuta comunque entro valori atti ad una sufficiente alimentazione di tutta l’utenza, corrisponda una sensibile diminuzione del consumo idrico totale che si riscontra non soltanto nelle perdite occulte, molto sensibili alla variazione in oggetto, ma anche nelle richieste. Quando poi, come accade durante il razionamento turnario che qui si vuole propugnare, la pressione viene ridotta molto al di sotto del limite minimo di esercizio (ad esempio portandola ad un valore di soli 5 m di colonna d’acqua sull’asse tubo), allora si riscontrano anche economie idriche conseguenti al mancato rifornimento di gran parte dell’utenza per cui i volumi totali d’acqua consumati durante l’orario di turno sono prossimi allo zero.
In definitiva un possibile razionamento d’acqua è quello che si ottiene abbassando la pressione di consegna, per un numero di ore giornaliero definito in funzione delle reali disponibilità d’acqua, fino a portarla al valore minimo ma sufficiente per evitare che le condotte vadano in depressione. Allora la maggior parte dell’utenza è priva del rifornimento idrico ma viene tutelato l’igiene del servizio assicurando, al tempo stesso, una alimentazione minimale ai rubinetti posti ai piani bassi delle case cui gli utenti possono ricorrere in caso di estrema necessità. La metodologia, consentendo anche il ripristino immediato del normale servizio allo scadere dell’orario prestabilito senza dover ricorrere a straordinari lavaggi e alla disinfezione della rete, possiede tutte le caratteristiche per una risoluzione ottimale del problema “Razionamento idrico mediante turnazione”. La condizione necessaria e sufficiente è data da una costituzione e gestione accurata della rete di distribuzione da attuarsi con il pompaggio a pressione variabile, la presenza delle valvole di modulazione servocomandate, le particolari modalità da seguire nei territori ad andamento altimetrico molto variegato e, soprattutto, la presenza di razionali impianti di telecomando e telecontrollo.
Per finire si ritiene di ribadire un aspetto molto interessante della metodologia in argomento e cioè la possibilità di far fronte alle crisi idriche di modesta entità senza togliere del tutto il rifornimento dell’utenza ma semplicemente abbassando la pressione di funzionamento entro valori compatibili con un servizio accettabile ed adeguato alla producibilità reale delle fonti. Ad esempio si dimostra come, in una rete funzionante a 35 m di colonna d’acqua rispetto al suolo, una riduzione spinta fino a 20 m., ancora atta ad una discreta alimentazione idropotabile dell’utenza, assicura una economia nei consumi totali dell’utenza di ben il 20-25%.