IL SERBATOIO-ADDUTTORE DI GRANDE ATTUALITA’ PER VENEZIA

Il tracciato di un vecchio progetto mai realizzato
Il tracciato di un vecchio progetto mai realizzato

L’alimentazione idropotabile di Venezia, città turistica per eccellenza, ha sempre presentato problemi di grande difficoltà dovute alle particolari situazioni urbanistiche e di utenza variabilissima da una stagione o da una settimana all’altra, problemi che, grazie ad una tecnica molto raffinata, sono da sempre stati risolti brillantemente. La storia dell’acquedotto di Venezia dalle origini ad oggi è veramente affascinante. La presente nota aggiunge, anche senza che se ne sentisse il bisogno, qualche elemento notevole in più.
Tutto ha origine dal fatto che, a ragion veduta, si ritiene proporre, in aggiunta alla nuova centrale dell’acquedotto recentemente costruita, la costruzione di un grande serbatoio di accumulo di acqua potabile atto non solo a rappresentare una ulteriore garanzia per un servizio così importante come quello idropotabile ma soprattutto ad usufruire di una occasione straordinaria e che sarebbe un vero peccato perdere.
Se si considera che l’adduzione dell’acqua a Venezia insulare ha luogo mediante due condotte sottomarine del diametro di 80 cm che corrono parallelamente al lungo ponte di congiunzione con la terraferma e che sono state costruite da oltre un secolo e quindi devono essere sicuramente sostituite entro breve tempo, non si può evitare di parlare di una vicenda alla quale chi scrive ha partecipato qualche decennio addietro e che riguardava appunto la sostituzione delle due condotte. Era inoltre prevista la costruzione di un grande serbatoio di riserva idrica, il tutto leggibile in dettaglio nell’articolo “UN SERBATOIO PARTICOLARE PER VENEZIA, CITTA’ PARTICOLARE PER ECCELLENZA” cliccando qui.
Le attuali considerazioni riguardano la possibilità che si preveda in un futuro anche lontano, che la sostituzione delle due condotte non si limiti soltanto alla possibilità, come accade ai nostri giorni, di addurre a Venezia la portata d’acqua potabile necessaria per l’acquedotto ma invece, riprendendo il concetto a mio avviso di straordinaria efficacia ed attualità e già ventilato in occasione di un precedente evento e più dettagliatamente descritto nell’articolo sopra citato, di costituire un grande serbatoio sottomarino per acqua potabile. Per farlo è sufficiente aumentare convenientemente il diametro delle due condotte adduttrici poste orizzontalmente sotto la laguna nel tratto San Giuliano-Venezia, fino a costituire un invaso di quella capacità che si riterrà utile.
Ho buoni motivi per ritenere che i vantaggi presentati da una soluzione del genere siano molteplici e vadano da un minor costo dell’energia elettrica di pompaggio per l’adduzione, alla presenza di una grande capacità di riserva sempre utile per le motivazioni già dette, alla totale assenza di danni ambientale trattandosi di opere totalmente sottomarine.


Per quanto riguarda le modalità costruttive basta far riferimento all’articolo citato per rendersi conto che, così come si era allora previsto, la costruzione dell’opera potrebbe facilmente aver luogo spingendo ininterrottamente di giorno e notte dalla terraferma una lunga barra continua di tubo la quale resterebbe sempre immersa nell’acqua della laguna durante e dopo la spinta.

Sezione tipo della condotta-serbatoio di un vecchio progetto. Cliccare per ingrandire
Sezione tipo della condotta-serbatoio di un vecchio progetto.
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Molto interessanti anche le caratteristiche tecniche da assegnare alla nuova grande tubazione che, nella soluzione supposta, è costituita da una tubazione interna in acciaio esternamente protetta da vernice epossidica e dotata di un materassino permeabilissimo atto alla verifica in pressione della tenuta idraulica ed alla segnalazione immediata di eventuali guasti ed inoltre, sempre all’esterno, da un rivestimento in cemento armato atto a conferire alla struttura il peso proprio necessario per evitare il suo galleggiamento. Durante la spinta tutta la barra, avente un peso leggermente superiore alla spinta di galleggiamento, sarebbe sostenuta da portali galleggianti muniti di martinetti atti al posizionamento finale nella trincea appositamente predisposta sotto la laguna e agli appositi cavalletti di sostegno e fissaggio che risultano nella figura allegata.

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