E’ accertato che l’isola d’Elba dovrà trovare il modo per dotarsi di un sistema di approvvigionamento idropotabile autonomo ed autosufficiente ( vedi UN MAXI SERBATOIO SOTTERRANEO PER VINCERE LA GRANDE SETE DELL’ISOLA D’ELBA ) ma è altrettanto certo che non è possibile trascorrere tutti gli anni necessari perché un’opera del genere sia finita e funzionante (basti pensare che non sono ancora chiare le soluzioni definitive) per ovviare con sollecitudine ai gravi problemi di scarsità d’acqua potabile che colpiscono spesso l’Isola proprio nel periodo estivo di maggior frequenza turistica.

La proposta che forma oggetto della presente nota eccelle per i vantaggi che essa offre in aggiunta a quello principale concernente in dettaglio il citato soddisfacimento della richiesta idrica dei periodi particolarmente siccitosi.
Si segnala, ad esempio, una decisione che deve per forza essere presa e che riguarda la regolazione della pressione di funzionamento delle reti di distribuzione dell’acquedotto in quanto, a causa del territorio così complesso e altimetricamente variegato, risulta difficile contenere la pressione delle tubazioni entro la norma nel mentre vengono spesso raggiunti valori così elevati di pressione che fanno salire a dismisura le perdite occulte ed i guasti di condotta. Ora, riuscire nello stesso tempo ad accumulare acqua ed a evitare gli eccessi di pressione della rete rappresenterebbe senza dubbio un risultato molto interessante.
Un altro traguardo notevole da raggiungere concerne la raccolta ed accumulo di tutta l’acqua dell’acquedotto che per periodi più o meno lunghi durante l’annata risulta in eccesso rispetto alla richiesta del momento.
Ovviamente il risultato più importante è il poter immettere in rete un volume suppletivo d’acqua in grado di far fronte ampiamente ai momenti di crisi che di solito si verificano nelle estati siccitose, quando le fonti principali diminuiscono notevolmente la loro produttività e contemporaneamente aumenta considerevolmente la richiesta dell’utenza che deve fronteggiare anche la numerosa presenza dei turisti estivi. E’ importante rilevare come il problema sia caratterizzato da una durata breve di solito pari al massimo ad una trentina di giorni pertanto risolvibili con il deposito suppletivo di soli 100000 mc circa d’acqua potabile.

Per accumulare il citato invaso di 100000 mc fin dalla prima fase di intervento e con un dispendio economico relativamente modesto e senza bisogno di filtri, di depuratori ecc. ecc . ma eventualmente con un solo apparecchio di disinfezione atto a garantire nel tempo la salubrità dell’acqua, sarebbe sufficiente il prelievo del solo surplus della esistente rete acquedottistica previa costruzione ad una quota altimetrica adeguata e nella posizione approssimativamente indicata nella figura annessa, un piccolo tronco di galleria/serbatoio avente la richiesta capacità utile di circa 100000 mc .
Le sue particolari modalità di riempimento si basano su una valvola automatica di collegamento della rete acquedottistica con la vasca di prelievo e quindi con il serbatoio-galleria, valvola che si apre solo quando la pressione di rete supera un determinato valore ottenendo il descritto vantaggio di accumulare tutto e solo il surplus di portata. Da segnalare la seconda delle importanti funzioni svolte dal serbatoio il quale contribuirebbe notevolmente a regolarizzare la pressione della rete di distribuzione abbassandone la pressione tutte le volte che questa tende ad assumere valori troppo elevati.
Dopo qualche anno, quando le disponibilità economiche lo renderanno possibile, si potrà procedere sulla via del completamento graduale dell’opera come da progetto generale costruendo un secondo tronco di galleria-serbatoio posto in continuazione con il primo e quindi pronto immediatamente a lavorare in parallelo con esso. Il maggior quantitativo d’acqua da immettervi richiederà che si ricorra allora anche alle acque piovane. Si potrà ad esempio scegliere uno dei fossi che per lunghi periodi dell’anno sono percorsi da grandi volumi di ottima acqua piovana la quale, per assumere le caratteristiche di potabilità necessarie per poterla immettere in serbatoio, dovrà essere assoggettata soltanto a trattamento di filtrazione e di disinfezione.
Si ritiene che le indicazioni riportate diano una chiara idea della funzionalità e dell’economia di esercizio delle opere descritte basate sulla costruzione dei primi due tronchi di serbatoio-galleria ricavato nella roccia del M. Capanne.
Totalmente diverso si presenta l’esercizio del sistema acquedottistico elbano che l’ASA sta ponendo in essere essendo già dotato dei primi due laghetti superficiali compresi nel programma generale di attuazione. Con tale conformazione impiantistica si constaterebbe che nelle stagioni autunno invernali i due laghetti sarebbero sistematicamente riempiti da acqua di pioggia rendendo inutile l’utilizzazione dell’acqua potabile resa disponibile dagli acquedotti. Venendo a mancare la maggior richiesta d’acqua dalla rete, vi si manterrebbe quella esuberante pressione da cui derivano, almeno in parte, le fortissime e ben note perdite occulte ed un maggior numero di rotture delle tubazioni che si verificano tutti gli anni all’Elba.
Le ragioni ampiamente esposte conducono ad una proposta in base alla quale, nel mentre si conferma la validità della stragrande parte delle opere progettate dall’ASA per la sistemazione iniziale e definitiva del sistema di approvvigionamento idrico elbano ivi compresa la necessità di costituire in Isola una grande invaso, si propone una variante che riguarda solo le modalità di realizzazione del citato invaso da ricavare in Isola e che dovrebbe passare da accumulo di acqua grezza ad accumulo di acqua potabile.
Per concludere di ribadisce come una soluzione da giudicarsi ottimale sia per la risoluzione dei problemi idrici attuali e sia per rendere in un futuro più o meno lontano totalmente autonoma ed idricamente autosufficiente l’Isola d’Elba sia rappresentata dalla costruzione, necessariamente da svolgere per gradi attraverso gli anni, di un serbatoio-galleria scavato in roccia e in grado di raccogliere e conservare al buio ed al riparo dai raggi solari e da ogni altro tipo di inconveniente o attentato, acqua potabile in quantitativi via via sufficienti attraverso gli anni per risolvere compiutamente il problema idropotabile dell’Isola. (vedi qui il progetto di massima)