ACQUEDOTTI = UNA VERA SFILZA DI IDIOZIE

Leggo dai giornali che per risolvere il problema idropotabile italiano è necessario il risparmio dell’acqua. Io sono un accanito sostenitore del contrario: l’acqua è un bene primario ed è necessario renderla disponibile all’utente per tutto il quantitativo che gli serve e cioè, fermo restando che lo sperpero è sempre da condannare, occorre offrirgli acqua buona, tanta ed a basso prezzo: questo è l’obbiettivo da ricercare! Un utente servito bene avrà vita più facile e soddisfacente, sarà predisposto a consumare più acqua, soprattutto se è a costo moderato, e ne guadagneranno tutti compreso il gestore che vedrà ben remunerate le sue spese di produzione e distribuzione.

Ecco ancora la critica che leggo riguardo una recente legge regionale sulle acque: è un calderone raccogliticcio, con qualche vera perla che brilla per palese violazione non solo della buona pratica, ma anche del più elementare principio di precauzione. Poche volte ho assistito a critiche più violente. Mi chiedo : ma è possibile vengano emesse leggi, sia pur regionali, che si meritano giudizi di questo genere?

Il mio logo
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Se esamino i serbatoi di compensazione giornaliera degli acquedotti italiani constato che per il 90% sono sempre pieni per la quasi totalità delle giornate annue e mi chiedo: ma che azione di compensazione svolge un serbatoio che è sempre pieno? In pratica si tratta di una struttura costosa e che esiste solo per entrare in funzione in caso di emergenza, ma non è questa la sua vera funzione, invece, come pontificano i testi di acquedottistica, la funzione di un serbatoio di compensazione di questo tipo dovrebbe essere quella di riempirsi di notte per svuotarsi il giorno dopo!

Non parliamo delle vasche di carico presenti sul 90% degli acquedotti perché non ci si è ancora resi conto del danno che provocano fissando in maniera costante la pressione di alimentazione della rete! E qui non si può tacere della regolazione della pressione che dà risultati strepitosi sia dal punto di vista economico in quanto dimezza i costi e le perdite, sia da quello della integrità delle reti in quanto diminuisce sensibilmente i guasti. Ebbene nelle città di pianura la regolazione della pressione è soltanto uno scherzo, una minuzia, una questione di estrema facilità: ma allora perché tutte le città di pianura non godono della pressione regolata?

Leggo sui giornali che la colpa del disservizio degli acquedotti italiani è per buona parte nella mancanza dei fondi necessari per rifare le parti disastrate. Ma sempre si parla di rifare l’acquedotto mantenendo i precedenti principi informatori e non si afferma in modo perentorio che bisognerebbe questi fondi usarli per modificare gli acquedotti nei concetti base e quindi in modo da usufruire delle nuove tecniche e soprattutto di dare agli impianti di telecontrollo telecomando l’importanza che meritano e che consiste nel dettare le leggi per la nuova costituzione delle reti di distribuzione! Un impegno analogo è quello risultante dai nuovi avanzati studi di calcolo delle reti, di calibrazione di modelli matematici, di tecnica matematica di primordine ecc. ecc., dove si è progredito al punto di scomodare anche Darwin e le sue leggi sull’evoluzione della specie, il tutto finalizzato a migliorare ma non a cambiare alla base gli acquedotti esistenti che invece si presume tassativamente debbano mantenere, come già detto, l’assetto originario!

Altre assurdità si profilano nei commenti relativi alle tariffe della vendita d’acqua che, essendo tra le più basse d’Europa, sono, stando agli autori, una delle cause della mancata sistemazione degli acquedotti. Anche in questo caso non si dice che sussistono comunque errori nella concezione di base con cui nulla hanno a che vedere le tariffe dell’acqua!

Potrei continuare su questa serie di assurdità : mi fermo per concludere: ma si può far peggio di cosi?