L’INTERCONNESSIONE DEGLI ACQUEDOTTI : OCCORRE ANDARE OLTRE?

Grande acquedotto reticolare del Veneto. (clicca per ingrandire)
Grande acquedotto reticolare del Veneto.
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Molte note ed articoli redatti dal sottoscritto, comprovati da progetti realistici effettivamente esistenti ed anche in via di realizzazione, sostengono l’importanza fondamentale di una efficiente interconnessione tra acquedotti vicini e non vicini. E’ stata da me ventilata anche l’ipotesi immaginifica di una rete di adduzione nazionale ( vedi “il coordinamento degli acquedotti”  )  che percorrendo pressoché tutto il territorio italiano metta in collegamento gli acquedotti incontrati nel percorso. Si tratta di un impresa folle che ritenevo fin dall’inizio poco sostenibile. Devo ammettere che in questo momento sarei di tutt’altro parere.
Io credo che in un futuro magari molto lontano sarà senza dubbio necessario ricorrere ad una rete unitaria che percorra tutta il territorio italiano per fronteggiare la crisi idrica che senza fallo si presenterà con grandi difficoltà di risoluzione. Al riguardo ecco un breve passo del progetto di legge n.7430 : ” anche l’Italia si troverebbe spaccata in due: il 27 per cento del territorio è già minacciato dall’inaridimento e un italiano su tre non può aprire i rubinetti con tranquillità (la percentuale sale a oltre il 70 per cento nelle isole). La desertificazione tende ad avanzare in Sicilia, Sardegna, Puglia, Calabria e Basilicata, mentre le alluvioni battono con sempre maggiore insistenza le regioni settentrionali.”

Fatta questa premessa riterrei senz’altro utile fin da ora discutere della soluzione in argomento e delle decisioni da promuovere e che riguardano non tanto la fase realizzativa di tale rete ma soltanto l’introduzione di un dibattito dal quale potrebbero uscire spunti utili all’intero sistema di distribuzione dell’acqua potabile

Esempio di rete acquedottistica nazionale
Esempio di rete acquedottistica nazionale

Innanzitutto porrei questo quesito. E’ proprio assodato che in futuro mai si arriverà ad avere in Italia una rete unica estesa in tutto il territorio con esclusione soltanto delle isole? Io mi sento di affermare che la risposta è no e cioè che non esistono argomenti per la sua esclusione in via assoluta.
La seconda domanda potrebbe essere la seguente. Gli acquedotti italiani nella loro modalità costruttiva più diffusa sono atti ad essere collegati da una rete unificata o esistono difficoltà particolari che potrebbero essere alleviate seguendo diversi concetti base? Secondo me la maggior parte degli acquedotti italiani hanno delle particolarità che li rendono poco adatti a causa di difficoltà gravi cui si potrebbe fin dai prossimi anni rimediare modificando alcuni concetti base che, oltre a costituire una buona premessa futura, potrebbero migliorare anche l’esercizio attuale.
Un terzo punto mi sentirei di appoggiare. Per poter avere delle idee realistiche bisognerebbe incominciare fin da ora a immaginare sulla carta quale potrebbe essere, sia pure in linea di grande massima, l’assetto futuribile degli acquedotti italiani tracciando un progetto di unificazione generale del sistema acquedottistico nazionale via via aggiornabile attraverso gli anni ma che costituirebbe sicuramente un metodo valido di muoversi in un campo così difficile.
Concludo questa breve nota asserendo di aver solo gettato l’amo al quale spero possa attaccarsi qualche altro appassionato di acquedotti aggiungendovi il suo parere anche se negativo ma soprattutto se migliorativo del principio di base che qui ripeto: vale la pena di preoccuparsi fin da ora della eventuale futuristica unificazione degli acquedotti italiani?

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