ACQUEDOTTI – I SERBATOI DI COMPENSAZIONE GIORNALIERA DISTRIBUITI IN RETE

Esempio di utilizzazione reale del serbatoio a terra
Esempio di utilizzazione reale del serbatoio a terra inserito in rete ed alimentato dalla stessa. Il suo scopo è la copertura delle punte di consumo locali e di intervenire in caso di disservizi vari a sollievo di tutta la rete. Notare come l’utilizzazione annua del serbatoio sia molto ridotta essendo pari soltanto  al 6% rispetto all’impiego totale annuo considerato del 100%

Un acquedotto molto semplice da costruire e da gestire è formato da una rete di distribuzione in territorio pianeggiante, alimentata da un impianto di immissione con pompa a velocità variabile che pesca da un serbatoio di compensazione giornaliera posto a terra ed immette l’acqua direttamente in rete modulandola in tempo reale in modo da far arrivare l’acqua all’utenza con una pressione sempre adeguata al fabbisogno.
Se il territorio da servire è molto esteso sono necessarie apparecchiature supplementari diffuse nella rete ed aventi lo scopo di aumentare, tramite pompe di risollevamento, oppure di diminuire, con l’inserimento in rete di valvole di riduzione telecomandate, la pressione finale di alcune delle aree da servire.
Il metodo che si vuole proporre in questa nota riguarda una modalità che offre in più molteplici risvolti positivi, e pertanto dovrebbe trovare una diffusione maggiore di quella che in realtà si registra. Esso si basa sulla presenza in rete di serbatoi supplementari di accumulo con annesso impianto di risollevamento.  La causa della sua scarsa utilizzazione , a mio avviso, è dovuta ad una diffusa e falsa opinione in base alla quale si riterrebbe che un serbatoio di rete fosse soggetto a due difficoltà. La prima consisterebbe nella necessità di costruire una condotta di adduzione che, partendo dalle fonti, adduca in serbatoio l’acqua necessaria, il chè comporterebbe spese notevoli sia di costruzione che di gestione. La seconda difficoltà si riscontrerebbe nel caso, a mio avviso da attuare nella realtà, di alimentazione del serbatoio da effettuarsi direttamente a mezzo della rete di distribuzione, ottenendo di eliminare la costruzione di nuove adduttrici ma con una notevole perdita energetica dovuta alla dissipazione di carico idraulico che occorre praticare durante il prelievo dalla rete in quanto tale prelievo deve forzatamente aver luogo tramite una valvola di regolazione che mantenga in rete una regolare pressione di funzionamento essendo il serbatoio a terra come sono, per una necessità di base, tutti i serbatoi che fanno parte del sistema acquedottistico detto “a pressione regolata” e che il sottoscritto predilige.

grafico di durata dei fenomeni naturali
grafico teorico per dimostrare come i fenomeni eccezionali siano in numero molto ridotto rispetto a tutti gli altri.

Occorre però rilevare un fattore molto importante e che viene trascurato tutte le volte che si discute di acquedotti ed è la reale frequenza statistica degli avvenimenti . Intendo sostenere che di un argomento così determinante bisogna considerare tutti gli aspetti e che, se è vero che alimentare un serbatoio prelevando la portata da una rete con riduzione a zero della pressione costituisce senz’altro una perdita energetica, occorre anche rilevare che l’avvenimento ha durate statisticamente molto basse, e quindi perdite energetiche veramente ridotte mentre i benefici che si hanno successivamente quando si immette in rete l’acqua accumulata, pur se decurtati dalla perdita di cui si è detto, offrono alla fin fine dei sicuri ed interessanti vantaggi.
Il fenomeno sarà meglio compreso osservando la prima  figura allegata che riguarda i risultati del funzionamento di una rete ipotetica munita di un serbatoio di accumulo interno alla rete di cui si è determinato il funzionamento teorico mettendo in conto anche le durate statistiche dei consumi. Il serbatoio è alimentato dalla rete medesima distruggendo il carico piezometrico ma il risultato finale è di una utilizzazione annua pari soltanto al 6% della sua utilizzazione totale annua. Si tratta quindi di un impiego minimo che garantisce la copertura delle punte massime di prelievo da parte dell’utenza che, come noto, statisticamente sono in numero molto esiguo e pertanto richiedono un impiego del serbatoio altrettanto esigua.

Faccio notare come alcuni decenni or sono la società presso la quale lavoravo, aveva avuto l’incarico di studiare come aumentare la capacità di compensazione dei serbatoi pensili dell’acquedotto della città di Padova. Fatte numerose simulazioni al modello matematico, si è arrivati alla conclusione che la soluzione migliore, in seguito effettivamente realizzata ed ancor oggi funzionante, è stata quella di costruire, non già ulteriori serbatoi pensili come si riteneva in origine, bensì un grande serbatoio a terra eretto in località Stanga e cioè in zona diametralmente opposto a quella di arrivo in rete dell’acqua delle fonti, prevedendo di alimentarlo con prelievo dalla preesistente rete di distribuzione salvaguardandone la pressione residua mediante strozzatura della luce a mezzo valvola. Nei decenni successivi la soluzione si è dimostrata valida ed efficace.

Una rappresentazione anonima dei testi dove è accumulata una  mole rilevantissima, un vero tesoro di alta tecnica acquedottistica ma che contengono, ovviamente senza alcuna possibilità di individuazione specifica, le aberrazioni di cui tratta la nota.
Una rappresentazione anonima dei testi dove è accumulata una mole rilevantissima, un vero tesoro di alta tecnica acquedottistica ma che contengono, ovviamente senza alcuna possibilità di individuazione specifica, le aberrazioni di cui tratta la nota.

A conclusione della nota, risulta chiaramente che la  presenza in rete di serbatoi di accumulo con annesso impianto di risollevamento a pressione variabile, significa che l’acquedotto possiede quanto di meglio per una gestione corretta ed economica ed inoltre per risolvere immediatamente eventuali disservizi anche gravi immettendo in rete ad alta pressione tutto il volume accumulato. E’ .importante rilevare come la soluzione basata sulla presenza di serbatoi di rete, prima descritta facendo riferimento ad una rete in territorio pianeggiante, risulta valida anche nel caso di aree aventi dislivello altimetrico più o meno accentuato. In tali frangenti aggiungere uno o più accumuli di acqua locali e razionalmente ubicati consente di migliorare funzionalmente ed anche economicamente un servizio idropotabile che di per sè presenta notevoli difficoltà..

Pubblicità