
Mi è capitato casualmente di dare una scorsa ad un mio vecchio articolo intitolato : UN ESEMPIO DI RETE DI DISTRIBUZIONE CLASSICA – PREGI E DIFETTI del 24 gennaio 2014 —
Vi si trovano molte motivazioni importanti che riguardano due versanti contrapposti. Da un lato viene riccamente illustrato il fallimento della strategia classica con particolari che, visti a freddo, rappresentano un impossibile ed inaccettabile modo di gestire gli acquedotti e dall’altra le grandi risorse offerte dalla tecnica moderna.
Ritengo utile riproporlo ai lettori invitandoli a meditare sul suo contenuto. Si vedranno in dettaglio dei comportamenti stupefacenti che riguardano la maggior parte degli acquedotti esistenti. Ad esempio ci si potrà rendere conto che veramente i serbatoi pensili non possono svolgere la funzione che da sempre viene a loro attribuita ed avere in modo completo l’immagine veritiera di questa massa d’acqua posta in alto e cioè in posizione privilegiata ma soggetta in continuo alle bizze della rete la quale, variando la pressione di funzionamento in funzione di fattori che nulla hanno a che vedere con la strategia di esercizio, possono riempirsi o svuotarsi nei momenti meno opportuni.
D’altronde, con una nutrita serie di elaborazioni al modello matematico, si dimostra che la strategia vera e cioè quella che sicuramente fa funzionare razionalmente la rete, deve partire da basi completamente diverse da quelle usuali e prioritariamente eliminando tutti gli invasi posti alla quota della superficie piezometrica.