Il perdurare di una siccità davvero eccezionale per calura e per estrema scarsità di piogge, fa pervenire a tutti una grande quantità di segnalazioni di crisi degli acquedotti per scarsità delle fonti con conseguenze gravi giunte perfino all’adozione del servizio turnario zona per zona ed ora per ora. Vengono addotte, oltre alla citata siccità, la cause più disparate che vanno dall’eccessivo spezzettamento degli acquedotti che non consente una gestione appropriata, all’uso improprio dell’acqua che viene utilizzata per fini che esulano da quello strettamente idropotabile, alle eccessive perdite delle reti causate dalla mancanza dei fondi necessari per il loro rifacimento, ecc. ecc. Ma in tutti gli articoli manca, come avevo già segnalato, un elemento importante che riguarda la salute pubblica. Io ritengo che non sussistano dubbi sul fatto che una forte diminuzione della produzione delle fonti, di qualunque tipo esse siano, non possa non avere implicazioni sulla qualità dell’acqua che si utilizza. Per esempio nel caso di captazione dell’acqua di falda artesiana l’abbassamento molto accentuato che si sta verificando in questi giorni provoca immissione nella falda stessa di acqua di mare per i pozzi posti nelle zone limitrofe oppure, per altri pozzi, una rilevante riduzione della superficie del bacino imbrifero può far sensibilmente calare la portata proveniente dalle montagne la quale viene sostituita da quella di fiumi posti nelle vicinanza essendo dimostrato che esiste molto spesso un collegamento diretto tra falda artesiana e fiumi e quindi fiumi che invece di ricevere dalla falda artesiana si vengono a trovare nella condizione di essere loro stessi a cedere una parte della loro portata. Lo stesso fenomeno può accadere anche nelle sorgenti montane di solito alimentate da acque che provengono da molto lontano come ad esempio dallo scioglimento dei ghiacciai e che ora si trovano invece a ricevere acque di tutt’altra provenienza. Come si capisce sono fenomeni incontrollabili che però possono provocare gravi danni. Il fenomeno descritto dovrebbe come minimo mettere all’erta non solo i gestori degli acquedotti ma anche gli addetti a svolgere la pubblica azione di attento controllo della qualità dell’acqua che arriva nelle nostre case, controllo che, a quanto mi risulta, avviene con le consuete modalità e cioè con rari e molto diffusi prelievi dell’acqua da verificare. Per farmi intendere meglio citerei, con puro intento dimostrativo, la seguente operazione. Nelle delibere emesse da comuni in sofferenza d’acqua e con le quali si invita i cittadini ad usare l’acqua dell’acquedotto a soli fini potabili escludendo tutti gli altri come riempimento di piscine, lavaggio macchine, irrigazione di giardini e orti, usi rigorosamente vietati e soggetti a penalità conseguenti al mancato rispetto della delibera io modificherei la delibera stessa come segue. “Si avvisano i cittadini che, a causa della perdurante eccezionale siccità, l’acqua fornita dall’acquedotto non solo subirà delle rilevanti riduzioni di quantità ma che ne è sconsigliabile l’uso ai fini potabili in quanto non esiste in assoluto la possibilità di garantirne la piena potabilità.” Pertanto non si tratterebbe di consigliare l’uso potabile dell’acqua ma proprio dell’uso contrario e cioè di mettere in guardia sulla possibilità di una sua mancanza di potabilità, Ripeto la frase ha solo un senso provocatorio ma devo confermare che non sono poche le persone che, constatate in proprio le cattive qualità organolettiche dell’acqua dell’acquedotto, usano acqua minerale anche per cuocere la pasta.