
La siccità perdurante sta mettendo a dura prova gran parte degli acquedotti italiani e si sta cercando di farvi fronte, come al solito, con interventi di ripiego come il raccomandare il risparmio idrico o come l’immettere in rete fonti abbandonate da tempo per la cattiva qualità dell’acqua ed altri analoghi palliativi che sono lontani mille miglia dalla risoluzione definitiva del problema.
Si elencano qui di seguito ed in maniera sintetica delle proposte, alcune delle quali già adottate da qualche ente di gestione, che, se attuate in tempo debito, avrebbero potuto dare un notevole contributo. Ne viene qui presentata una lista breve che si richiama all’articolo “la produzione dell’acqua necessaria per gli acquedotti” visibile cliccando qui e dove sono leggibili numerosi dettagli..
La decisione più semplice da prendere ma che richiede una adeguata predisposizione degli impianti attuata in tempo utile, è quella di abbassare leggermente la pressione di esercizio delle reti. E sperimentato che una diminuzione della pressione di 8-10 m non produce danni ma soltanto una minore portata in uscita dai rubinetti ed una maggiorazione nei tempi necessari per il riempimento di recipienti voluminosi, ma nulla di più. In compenso può immediatamente realizzare un risparmio stimabile nel 10% in molti acquedotti. Ovviamente può essere adottata solo in quei servizi idropotabili che hanno già provveduto a razionalizzare le reti acquedottistiche abbandonando le vasche di carico che ne fissano irrimediabilmente la pressione e lavorando a pressione regolata in tempo reale.

Un intervento di grande rilevanza è la ricarica artificiale di falda attuata immettendo nel sottosuolo ( a gravità oppure a pressione ) nei periodi di grandi piogge tutta l’acqua che senza tale intervento si scaricherebbe a valle inutilizzata.
Importante la costruzione di grandi bacini di accumulo per lo più da realizzarsi nel sottosuolo secondo modalità diversificate ma comunque atte a realizzare invasi di grandi e grandissime dimensioni. Per questi serbatoi ed anche per tutti gli altri qualunque sia la loro funzione, molto importante la regolazione dell’invaso/svaso la cui evoluzione non deve essere lasciata al caso oppure dipendere dalle condizioni di funzionamento della rete che spesso ha valori antitetici rispetto a quelli di buon esercizio, ma deve invece essere imposta minuto per minuto dal sistema di telecomando e quindi in funzione della loro miglior utilizzazione.
In altre mie note ho più volte spiegato l’utilità che si può ricavare dallo sbarramento mobile di foce con il quale, oltre a salvaguardare il fiume dalla dannosa risalita del cuneo salino, si può realizzare un grande invaso cui attingere in periodi siccitosi.

(clicca per ingrandire)
E’ molto importante la presenza di almeno due fonti diversificate. Ad esempio, se l’acquedotto in questione potesse contare su acqua proveniente da falda artesiana profonda e al tempo stesso da altra ricavata e potabilizzata da corsi d’acqua superficiali, sarebbero poco probabili crisi che investissero ambedue le fonti.
L’ultima annotazione di questa breve lista, la quale senz’altro non è esaustiva, riguarda la possibilità di creare il numero maggiore possibile di collegamenti tra acquedotto ed acquedotto in modo da rendere possibile l’interscambio reciproco di portate sia in regime di normale esercizio sia in caso di necessità particolari o di guasti agli impianti.
Vogliamo invece intravedere quali sono i rimedi realmente auspicati? A fronte di grandi programmi del tutto teorici ed estremamente approssimativi di riqualificazione ed unificazione degli acquedotti estesa ad aree omogenee e formulati dalle alte autorità competenti senza mai precisarne le modalità se non con frasi generiche ed inflazionate, si insiste su:
- il rifacimento delle condotte senza però specificare che occorre cambiare i concetti basedelle reti di condotte (importante attuare l’alimentazione a pressione variabile!),
- la necessità di ridurre le perdite in quanto la percentuale effettiva di acqua dispersa è intollerabile
- il risparmio idrico come necessità fondamentale
- il ricorso alla distrettualizzazione cioè alla suddivisione simbolica od effettiva delle reti interconnesse senza però tener conto degli inconvenienti reali che lo spezzettamento provoca.
Ad avviso di chi scrive con questi provvedimenti gli acquedotto resteranno sempre fondati sugli stessi principi obsoleti e superatissimi. Pertanto la soluzione dei problemi, che vanno oltre a quelli creati dalla siccità, non potranno essere risolti finché non si cambieranno i concetti fondamentali, al contrario questo modo di fare non farà altro che incancrenire il servizio idrico sullo stato attuale assolutamente sorpassato.