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Serbatoio pensile dell’acquedotto di Venezia che tra poco sarà abbattuto perché sono cambiate le modalità di alimentazione della rete Ho esplicitato più volte la mia ossessione riguardante il fatto, a mio avviso determinante, che la gran parte degli acquedotti, pur se muniti di impianto di telecontrollo che ne ha automatizzato con ottimi risultati le operazioni di esercizio e di controllo, tuttavia sono rimasti quello che erano molti anni or sono mentre, proprio perché dotati di una nuova tecnologia di telecontrollo, avrebbero dovuto piano piano cambiare nella loro struttura di base e soprattutto nei concetti fondamentali di costituzione ed anche di esercizio.
Devo ora aggiungere una ulteriore esigenza.
Anche gli impianti di telecontrollo/telecomando devono mutare in relazione con tale esigenza. Essi devono contenere una strategia di verifica e di automatizzazione che non costringa il gestore dell’acquedotto ad aggiungere dispositivi automatici di controllo o comando ed inoltre che tenda ad spingere il gestore stesso verso l’adeguamento dei suoi impianti alle nuove tecnologie risultando evidenti i grandi risultati che ne deriverebbero
Faccio alcuni esempio che rendono bene il concetto.
Gran parte degli acquedotti sono muniti di serbatoi di compensazione giornaliera i cui strumenti di regolazione sono costituiti da galleggianti che scattano chiudendo od aprendo la immissione in serbatoio seconda dei casi quando i livelli di invaso raggiungono determinate quote. Come risulta dall’articolo ” Regolazione dei serbatoi di compensazione..” esiste la modalità a livelli preimpostati che , con una lieve modifica degli impianti, dà risultati veramente buoni. E’ pero necessario munire il serbatoio di una scheda elettronica nella quale si possano registrare i livelli desiderati durante le 24 ore del giorno ed inoltre

che sia in grado di riportare in tempo reale il livello effettivo a coincidere con quello preimpostato. Si tratta di operazioni che si possono eseguire automaticamente con estrema facilità tramite la citata scheda elettronica ma che dovrebbe fin dalla sua prima installazione essere già presenti nell’impianto di telecontrollo e telecomando onde dare al gestore questa grande possibilità.
Un altro importante esempio riguarda la pressione di funzionamento della rete al cui riguardo è ormai chiaro a tutti l’importanza che riveste il rifornire all’utente l’acqua ad una pressione che non ecceda né che sia insufficiente per una normale utilizzazione.( Vedi articolo Acquedotti figli del telecontrollo).
Ebbene nei normali impianti di telecontrollo l’azione già programmata si limita a segnalare il valore di pressione di rete misurata dai manometri che vi sono installati e nulla più. Al contrario anche in questo caso il telecontrollo dovrebbe essere fin dall’inizio già predisposto per poter memorizzare il grafico delle pressioni ideali che durante le 24 ore della giornata il gestore vorrebbe attuare in rete ed inoltre dovrebbe già essere predisposto per dare i comandi di aumento o di diminuzione della pressione di partenza dalla centrale tramite i diversi mezzi a disposizione che possono ad esempio essere l’immissione diretta in rete tramite pompa a giri variabili, tramite passaggio da una vasca di carico ad un’altra da un sistema di alimentazione ad un altro ecc.

Fatti questi esempi si dovrebbe capire come l’impianto di telecontrollo e telecomando dovrebbe recepire tutte le possibili varianti di modalità di costituzione degli acquedotti in senso molto più ampio, vario ed anche più valido dei due casi riportati e comprendere già all’origine la possibilità di effettuarne la regolazione. Questo modo di fare oltre a consentire ottimi risultati negli acquedotti che già sono dotati di apparecchiature di tipo molto funzionale, farebbero una essenziale azione di promozione dell’ammodernamento degli acquedotti.
Tali risultati si possono raggiungere solo aggiungendo ai redattori dei programmi di telecontrollo, oltre alla conoscenza del computer e delle sue modalità di uso, anche una profonda conoscenza degli acquedotti e delle sue moderne tecnologie di costituzione e di esercizio. L’abbinamento tra le due conoscenze non è affatto semplice né facile ma assolutamente necessario.