Albin Toffler, un saggista statunitense che definisce sé stesso un futurologo ha coniato la seguente frase:
“Chi avrà successo nel ventunesimo secolo non sarà chi sa leggere e scrivere ma chi sa disimparare ciò che già sa per impararlo di nuovo ed ancora”.
Direi che la frase si adatta benissimo anche agli acquedotti. Come ho più volte indicato gli acquedotti italiani hanno bisogno di una rivoluzione vera e propria ( vedi articolo “La rivoluzione di base degli acquedotti” ) anche se, stando alla letteratura tecnica classica, non è affatto ammessa anzi in quelle pagine viene riconfermata l’intera serie di vecchi concetti base.

Mi guardo bene dal dilungarmi in questa sede nell’elencare quali sono le strutture da cambiare ma vorrei solo far presente che bisognerebbe riuscire a dimenticare i principi classici, a sgombrare totalmente la mente dagli abitudinari sistemi (come dice Albin Toffler) per sostituirli con una tecnologia del tutto nuova.