
E’ ben noto a tutti che la crisi idrica che si sta profilando ad un orizzonte sempre più vicino comporterà grandi problemi in molti settori importanti. I rimedi che vanno per la maggiore sono molteplici e di varia natura ma quello che riveste un’importanza senz’altro primaria è la costruzione di grandissimi invasi atti ad immagazzinare imponenti volumi idrici dell’ottima acqua che si rende disponibile nei periodi delle grandi piogge evitando che vada a scaricarsi a mare inutilizzata. Se ne farà in questo articolo una descrizione solo sommaria essendo un altro lo scopo della presente nota.
Le motivazioni della progressiva diminuzione delle fonti oggi utilizzate è anch’esso molteplice in quanto alle cause legate al cambiamento climatico si aggiungono svariati fattori che vanno dalla cementificazione del suolo sempre crescente e che porta ad una diminuzione dell’infiltrazione nel sottosuolo o della immissione diretta nei corsi d’acqua superficiali, all’agricoltura e specialmente alla sue modalità di irrigazione e di concimazione chimica, allo sfruttamento sconsiderato delle varie fonti tanto per citarne alcuni.
Il rimedio qui proposto si compone di due diversi elementi.
1)La costruzione di grandi invasi
2) la gestione degli invasi stessi.

Per quanto riguarda il primo punto si è già fatta in questo sito un’ampia disamina arrivando alla conclusione che essi dovranno essere ricavati nel sottosuolo non essendo plausibile di occupare altre superfici del suolo con manufatti di enormi dimensioni. Potrà quindi trattarsi della ricarica artificiale della falda, della costruzione di gallerie/serbatoio, di sbarramenti mobili di foce, di serbatoi formati da grandi ammassi ghiaiosi circondati da diaframmi impermeabili, continui e profondi fino ad attestarsi sullo strato impermeabile. Si è parlato anche di condotte di adduzione maggiorate al fine di costituire invasi di grande capacità ed infine di potenziamento dei pozzi profondi. Di tutte queste soluzioni si possono rilevare i particolari costruttivi e di esercizio ricercandoli per argomento nel sito. Quello su cui preme ora porre l’accento è la regolazione di tutti questi invasi. A questo riguardo è da rilevare soprattutto l’interesse per gli impianti di telecontrollo telecomando ai quali, oltre ai consueti compiti di automatizzazione dell’intero servizio idropotabile bisogna affidare anche quello della regolazione intelligente dei grandi serbatoi di cui si sta parlando. Si tratta di un’operazione tutt’altro che semplice e che, a quanto risulta allo scrivente, non è stata ancora mai messa a punto in maniera sufficientemente completa.

Il sistema deve innanzitutto possedere una grande banca dati nella quale immagazzinare molti elementi statistici relativi alla piovosità delle zone, alle portate dei corsi d’acqua, ai consumi degli utilizzatori e a tutto ciò che può aver attinenza con gli invasi. Il programma dovrà, utilizzando i dati in possesso, definire gli andamenti di previsione futura dei consumi e delle disponibilità idrica e su tale base studiare il programma di azione continuativa di invaso/svaso e di conseguenza inviare del tutto automaticamente i comandi alle apparecchiature ed inoltre effettuare i controlli in tempo reale correggendo eventuali discordanze tra programma previsto e la realtà di funzionamento di tutte le apparecchiature. A determinati intervallo di tempo dovrà anche rifare la programmazione a lunga scadenza provvedendo a modificare quella precedente in funzione dei nuovi elementi rilevati e registrati. Il tutto fornirà al gestore una esatta rappresentazione riepilogativa dei vantaggi o svantaggi dati dall’insieme permettendogli di prevedere variazioni anche nella costituzione di base dell’acquedotto in modo da adeguarla con continuità al nuovo metodo di programmazione generale. Una possibile programmazione a lunga scadenza può vantaggiosamente basarsi sulla predisposizione dei livelli del serbatoio per l’intero periodo di compensazione come viene indicato nell’articolo “la compensazione plurigiornaliera delle portate ..

Si capisce che ciò che è stato auspicato nella presente nota costituisce solo delle ipotesi fantasiose tutte da verificare e discutere con studiosi dell’acquedottistica. Mi auguro comunque che il lancio di queste idee possa costituire un trampolino verso nuovi metodi di gestione tenuto presente che sono già reperibili delle apparecchiature e dei programmatori dei computer che ammetterebbero senza dubbio la reale attuazione, prima della crisi prevista sommariamente nella nota e di cui si parla nelle prime righe.