AMIANTO NELLE CONDOTTE DEGLI ACQUEDOTTI

Leggo un articolo su “Informare per resistere” (Vedi dettagli) nel quale si sostiene che l’amianto presente nelle tubazioni tipo Eternit o Fibronit costituisce un vero pericolo per la salute pubblica. Riporto in copia autentica una piccola parte dell’articolo in quanto rende bene la gravità del problema:

A giugno 2013, Bugani sottolinea che “sono stati forniti dei dati dall’Asl relativi ad alcune strade del centro bolognese che hanno registrato 10mila fibre di amianto per litro. Secondo studi americani il pericolo c’è da 70mila fibre a litro a salire, mentre secondo i nostri esperti basta anche solo una fibra ingerita”. Resta comunque un problema: “quasi tutti gli acquedotti italiani sono in cemento amianto e in pochi ne sono a conoscenza”.

Tuboicrostato
Esempio di tubo con incrostazioni

Stando all’articolo tutti noi corriamo seri pericoli senza saperlo perché pochi sono al corrente che la stragrande maggioranza degli acquedotti italiani sono formati da tubazioni in cemento amianto.

Senza voler mettere in dubbio quanto affermato nell’articolo io esprimo alcuni pareri personali in relazione alla deleteria presenza delle fibre di amianto. A mio avviso la citata diffusione nell’acqua di fibre di amianto non avrebbe affatto luogo perché la superficie interna dei tubi è totalmente rivestita da incrostazioni calcaree che ne costituiscono una valida protezione. In secondo luogo, avendo decine di anni di vita, tutte le fibre che eventualmente avrebbero potuto disperdersi, sarebbero già emigrate nei loro primi anni di esercizio. Questa realtà è confermata non risultando segnalata alcuna corrosione interna dei tubi in cemento amianto ma al contrario una diminuzione del diametro netto dovuta alle incrostazioni, non per nulla nei calcoli di verifica delle vecchie tubazioni occorre aumentare il coefficiente di scabrezza a causa delle incrostazioni interne. Si deve inoltre tener presente che nella struttura in cemento amianto, l’armatura è costituita dalle fibre di amianto e che, se fosse venuta a mancare tale armatura per la sua dispersione nell’acqua, sarebbe inevitabilmente venuta a mancare anche la loro resistenza ai carichi esterni e quindi si sarebbero verificati, cosa in realtà mai accaduta, dei cedimenti di strade assoggettate al passaggio di carichi pesanti e dovuti allo schiacciamento dei tubi e soprattutto di quelli di grande diametro.

In conclusione due sono le domande da porsi nel caso venisse confermata la presenza dell’amianto.

  •  in primis come fare a tutelare la salute di tutti gli italiani ?
  •  in secundis come poter rifare oppure rivestire e proteggere  l’interno dei tubi della stragrande maggioranza degli acquedotti italiani.?

A questo punto appare ovvia la decisione da prendere: intensificare  al massimo i controlli con analisi mirate a scoprire la eventuale presenza dell’amianto nell’acqua potabile distribuita dagli acquedotti e dopo una lunga serie di verifiche prendere le decisioni del caso .

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