
Chi scrive questa nota attribuisce una grande importanza al progetto generale cioè a quell’elaborato sufficientemente dettagliato per dare una buona rappresentazione ed una valutazione dei costi di un’opera le cui dimensioni sono così consistenti da non poter essere costruita interamente in una sola fase bensì di dover essere suddivisa in più lotti o stralci eseguibili in tempi e con finanziamenti diversificati (per dettagli cliccare qui) .
Lo scopo principale del progetto generale è quello di assicurare che le opere degli stralci futuri anche se frazionate e realizzate in tempi molto diversi, abbiano a formare alla fine un tutto funzionale e coordinato con gli altri essendo considerata questa l’unica modalità che può dare buoni risultati. Si obbietterà che, dopo molto tempo dalla sua data di redazione, un progetto generale non può più essere considerato valido essendo cambiati nel frattempo la situazione e molti elementi importanti e che pertanto i progetti stralcio devono discostarsi dal progetto generale. Questa realtà porta alle estreme conseguenze di un giudizio negativo e molto diffuso sulla opportunità di redigere il citato piano generale facendone derivare la mancata redazione oppure la mancata considerazione del progetto stesso con l’immediata conseguenza di interventi parziali scollegati tra di loro e quindi con problemi di cattiva funzionalità dell’opera completamente finita. La controdeduzione valida è la necessità di aggiornare il progetto generale ogni qual volta avvengono dei cambiamenti importanti nel territorio da servire in modo che ciascun lotto sia conforme a detto progetto generale aggiornato ancor prima della progettazione del lotto stesso.
Va precisato che è la legge ad imporre la esistenza del progetto generale e la obbligatorietà della congruenza con esso degli stralci esecutivi come risulta dal “DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 21 DICEMBRE 1999 N. 554. REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELLA LEGGE QUADRO IN MATERIA DI LAVORI PUBBLICI, AI SENSI DELL’ARTICOLO 3 DELLA LEGGE 11 FEBBRAIO 1994, N.109 E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI, Pubblicato su “Suppl. ord. G.U. n. 98 del 28 aprile 2000” : Art. 8
(Funzioni e compiti del responsabile del procedimento) p) nel caso di lavori eseguibili per lotti, accerta e attesta:
1 – l’avvenuta redazione, ai fini dell’inserimento nell’elenco annuale, della progettazione preliminare dell’intero lavoro e la sua articolazione per lotti;
2 – la quantificazione, nell’ambito del programma e dei relativi aggiornamenti, dei mezzi finanziari necessari per appaltare l’intero lavoro;
3 – l’idoneità dei singoli lotti a costituire parte funzionale, fattibile e fruibile dell’intero intervento”;.
Volendo ora parlare specificamente degli acquedotti si deve dire che una loro gran parte, per l’avvicendarsi degli avvenimenti ed anche per la citata e molto diffusa avversione nei confronti della progettazione generale, sono stati effettivamente costruiti senza una strategia unitaria
Una delle cause consiste anche nell’indifferenza con cui si affida l’incarico della progettazione di uno stralcio di acquedotti scegliendo il progettista sulla base di giudizi talora economici, talora per praticare alternative ma con il risultato che il tecnico effettivamente scelto, non avendo alcuna possibilità di consultare il progetto generale perché non esiste o perché sorpassato, ed avendo poca conoscenza dell’esercizio dell’acquedotto in questione, compila dei progetti non coordinati con gli altri e poco congruenti con il resto della rete idrica .
Pertanto la causa dei numerosi disservizi non è solo dovuta alla obsolescenza delle reti che sarebbero in gran parte da rifare ma proprio anche ai loro difetti di concezione. L’elenco dei tali difetti sarebbe molto lungo e mi limiterò a segnalare quelli più vistosi come ad esempio l’alimentazione delle reti tramite vasche di carico e la presenza di numerosi serbatoi pensili che impediscono ambedue una regolazione precisa della pressione di esercizio, la costituzione di reti unificate in territori ad altimetria molto varia che richiedono la regolazione individuale della pressione, uno sfruttamento irrazionale dei volumi idrici immagazzinati nei grandi serbatoi di compenso ecc, ecc.

Per rimediare, almeno in buona parte, occorre innanzitutto aggiornare le idee tramite redazione di nuovi e moderni progetti generali. Così facendo ci si accorgerebbe che in molti casi, come ad esempio per la parte pianeggiante dei grandi acquedotti, con opere di spesa relativamente modesta si potrebbero ottenere grandi risultati grazie alla semplice regolazione automatica della pressione. Il risultato più eclatante sarebbe senza dubbio quello di trasformare piano piano la struttura in funzione dell’impianto di telecomando telecontrollo fino a farla diventare “figlia del telecontrollo”.
Alla base del processo di ammodernamento dell’intera rete acquedottistica figura sempre la necessità di redigere quanto prima possibile un valido progetto generale.