
Quando mi sono messo in testa di raccogliere in un testo (ACQUEDOTTI – REALTÀ’ E FUTURO ) tutta l’esperienza fatta nel campo degli acquedotti avevo un unico scopo: evitare che tante nozioni, secondo mè utili, andassero perdute. Subito dopo ho ricercato la modalità per renderlo alla portata di tutti e quindi scelto la forma degli ebook ed il prezzo di vendita al pubblico la più bassa che la casa editrice poteva accordarmi. Nello stilare i vari capitoli ho cercato di dare un certo ordine alla materia in modo che fossero facilmente raggiungibili i vari argomenti che interessano i lettori
La scelta dell’ebook mi è parsa buona per ulteriori motivi. Innanzitutto vedevo e vedo ancora che il libro digitale dovrebbe rappresentare il futuro dell’editoria non solo per evidenti ragioni economiche ma per le grandi sue possibilità come il collegamento diretto con l’intero mondo internet, la possibilità di annettervi filmati, riferimenti diretti con dettagli della materia trattata, insomma il passare dal cartaceo al digitale avrebbe dovuto, a mio avviso, rappresentare un importante svolta.
Quello che ancora accade nella realtà è esattamente il contrario di quanto sopra.
Il libro digitale fatica molto a diffondersi perché quello cartaceo mantiene il suo valore affettivo anche se gli acquisti di libri sono in costante calo per molte ragioni non ultima quella della grande possibilità offerta da internet di spostare la curiosità dei lettori in altri campi e di soddisfarla con grandi facilità, velocità e larga offerta.

Le difficoltà di diffusione del mio testo non mi deludono quanto invece lo provoca l’opinione comune che esso sia in vendita ad un prezzo così basso per il seguente banale ragionamento: una cosa che costa poco è senza dubbio di poco pregio.
Temo quindi che le ragioni che mi avevano spinto ad abbassare al massimo il prezzo fino a renderlo soltanto un importo puramente simbolico sia stata negativa. Il concetto che una cosa a basso prezzo sia per forza scadente va bene per gli oggetti materiali ma non per quelli di concetto come sono le idee.
A questo proposito è ben noto l’aforisma di George Barnard Shaw “Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un’idea, ed io ho un’idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee”.
Il mio scopo è esattamente quello di scambiare con altri le idee in modo che ognuno di noi ne abbia il doppio rispetto a prima.

Devo però constatare come gli scopi che orientano la scrittura di testi di letteratura tecnica che vanno per la maggiore sono di tutt’altro genere. Io ho recentemente comprato (a caro prezzo) la nuova edizione di un testo di acquedottistica che costituisce la base di insegnamento delle università, e del quale possedevo la precedente ed ho potuto constatare come la nuova edizione fosse semplicemente la fotocopia di quell’altra fatta salva l’aggiunta di qualche pagina esplicativa di qualche novità di legge o di tecnica. Nella sostanza però il testo ribadisce tali e quali i concetti della precedente edizione i quali a ,loro volta ribadivano i principi classici su cui si basa tutta l’acquedottistica ma nessuna delle novità essenziali, che da almeno un ventennio sono la prova dei grandi progressi che hanno interessato ed interessano in modo continuativo la materia acquedotti, non vi figurano per nulla quasi a voler dimostrare che in un ventennio gli acquedotti sono rimasti sempre gli stessi. Di tutti gli esempi che potrei portare ne indico uno soltanto: Le pompe a velocità variabile che costituiscono una vera rivoluzione non solo nel modo di sollevare l’acqua ma nella stessa costituzione delle reti a sollevamento meccanico, ebbene mei testi citati delle pompe a velocità variabile si fa sono un accenno di secondaria importanza. Io mi sono permesso di far rilevare all’autore la grave mancanza citandogli il mio articolo “L’utilizzazione delle pompe a velocità variabile” pubblicato nella rivista “L’Acqua” del giugno 2004. N. 6/2004 ( un decennio or sono” ricevendo come cortese risposta che, purtroppo l’illustre cattedratico non aveva mai avuto modo di conoscere una pompa a velocità variabile. Inutile ogni commento. se non ribadire che sono molti i testi, tuttavia usati dall’università, che soffrono di questa e di altra gravi mancanza.
