CAPTARE UNA SORGENTE

SezGenerale
Sezione in asse alla vena d’acqua

Un acquedotto alimentato dalle sorgenti di montagna site in un paese del Bellunese dove sono nato e vissuto io è quello del Consorzio Schievenin che alimenta molti comuni della provincia di Treviso e che forma l’oggetto dell’articolo  IL CAMBIAMENTO RADICALE dove io ne ho illustrando le caratteristiche davvero particolari. In quel caso la fonte è costituita da una potente polla d’acqua molto buona ed abbondante che sgorga direttamente dalla roccia e che, sia dal punto di vista della qualità sia della quantità, non ha mai dato problemi durante i lunghi anni di esercizio. Se a queste caratteristiche veramente buone aggiungiamo la sua quota altimetrica così elevata da poter alimentare il territorio servito direttamente a gravità ci si rende conto che si tratta di un servizio idropotabile eccezionale e quasi unico..

Purtroppo non capita più di trovare fonti così preziose, invece accade spesso di dover superare grandi difficoltà anche per riuscire ad usufruire di piccole sorgentelle le quali costituiscono comunque una risorsa importante. Può trattarsi di acque sotterranee che attraversano strati semipermeabili in presenza di lenti di argilla assolutamente impermeabile alternati a strati di ghiaia permeabilissima ma che presentano notevoli difficoltà di captazione della poca acqua. L’inconveniente che molto spesso le caratterizza è la dispersione di una vena che al momento della esecuzione degli scavi di scoprimento mette in atto una immediata dissipazione dell’acqua sorgente in molti piccoli rivoli che tendono ad abbassarsi di quota. Bisogna tener presente, che nello scorrimento idrico a pelo libero come in questo caso, è sempre il valle a comandare e quindi il suo abbassamento provocato dallo scavo influenza il filo idrico di monte , facendolo abbassare e quindi disperdere l’acqua.

Il caso che ritengo opportuno qui descrivere rientra, per le sue particolarità che fanno testo, tra le categorie indicate.

La vicenda fa seguito alla necessità di abbeverare un gran numero di animali di una azienda agricola in via di espansione ed inizia con la constatazione che all’interno della sua area agricola e montuosa si nota una zona di vegetazione marcatamente verde che fa supporre la presenza sotterranea di una sorgente d’acqua. Fatto uno scavo di circa 4 m di profondità viene messa a nudo una parete rocciosa verticale formata da rocce arenariche di debole compattezza e con molte fessurazioni dalle quali fuoriesce una vena d’acqua giudicata atta allo scopo. L’errore commesso è consistito nel tentativo di intubare direttamente la vena praticando un foro nella roccia ed inserendovi la condotta di derivazione ma soprattutto quello di verificare se la sorgente poteva, grazie alla propria pressione di convogliamento sotterraneo, risalire verso l’alto. Si è trattato di un errore grave che ha provocalo la dispersione della vena attraverso le molte fessurazione della roccia.

Il mio successivo intervento ha predisposto di captare la sorgente curando di non toccare più la roccia e quindi lasciando assolutamente inalterata la sorgente anche se suddivisa in più parti e costruire a ridosso della parete di roccia il pozzetto di cui alla figura allegata avente delle dimensioni di circa 60 cm di larghezza per 120 di lunghezza al fondo del quale è stata posta una condotta da 10 cm di diametro forata nella parte superiore.

Prticolare presa
Particolare del pozzetto di presa

Il pozzetto è stato riempito di ghiaia grossa onde contrastare lo sfaldamento della parete rocciosa ed al tempo stesso permettere all’acqua di entrare in condotta e quindi, essendo la condotta pendente verso il basso e prolungata fino ad uscire in superficie del degradante terreno naturale.

Il primo risultato finale, da confermare con il passare del tempo, è stato buono in quanto la portata captata fluisce regolarmente e riempie il pozzetto di raccolta posto a valle.

La conclusione della nota consiste nel ribadire che la captazione di sporgenti montane riveste una certa difficoltà data dalla facilità con cui l’acqua si disperde ed in questo senso molta cura bisogna avere nella esecuzione degli scavi spinti a profondità superiori alla quota della vena idrica e al conseguente pericolo che la vena stessa sia risucchiata verso il basso e vada dispersa.

NB: le figure sono schematiche e di larga massima

SezioneLongitudinale
Sezione in asse alla condotta di derivazione
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