Ho più volte insistito sulla necessità che gli impianti di telecontrollo e telecomando, oltre alla funzione che gli è propria e che è condensata nel loro nome, dovrebbero svolgere un’azione che definire secondaria è un eufemismo in quanto, a mio giudizio, è invece essenziale. Non indico qui gli indirizzi dei precedenti articoli nei quali si spiega in dettaglio l’argomento perché sono rintracciabili nel mio sito tuttoacquedotti.it ricercando la frase “figli del telecontrollo”, approfitto invece di una relazione trovata in internet per mettere in luce una prova tangibile riguardante un sistema di telecontrollo di primaria importanza e di elevata qualità. Per renderla più aderente alla realtà partirei riportando alcune parti della relazione: “EVOLUZIONE DI UN SISTEMA DI TELECONTROLLO A SERVIZIO DELLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE: IL SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATA DELL’ACQUEDOTTO CAMPANO” dalla quali risulta chiaramente trattarsi di un sistema di telecontrollo di prima qualità comprovata da una gestione pluriennale e densa di ottimi risultati che sono riepilogati nel seguente elenco ricopiato pari pari dalla relazione di cui sopra.
Nel presente progetto l’utilizzo di strumenti e tecnologie per la supervisione e controllo integrati da Sistemi di Supporto alle Decisioni DSS e dall’analisi dei dati storici, secondo quanto precedentemente riportato, ha reso possibile conseguire i seguenti risultati:
- Effettuare il bilancio idrico in linea facendo uso dei dati provenienti dal sistema di supervisione e controllo
- Determinare gli indicatori di performance
- Gestire gli scenari per la determinazione dell’assetto ottimo della rete
- Ottimizzare le strategie di utilizzazione degli impianti di sollevamento
- Acquisire conoscenza sul sistema fisico trovando la relazione funzionale tra le grandezze fisiche monitorate
- Comprendere i motivi che portano alla generazione di allarmi o situazioni critiche
- Rilevare eventuali comportamenti anomali del sistema, sintomi di possibili guasti e disfunzioni
- Effettuare previsioni sull’andamento di alcune grandezze fisiche in maniera da prevedere anticipatamente eventuali anomalie o allarmi o fare analisi preventive sui costi di gestione dell’impianto
- Rilevare il grado di affidabilità di un allarme
- Riconoscere eventuali stati di allarme che non sono stati rilevati dal sistema di telecontrollo
Scorrendo l’elenco delle funzioni svolte si ha conferma della ottima funzionalità dell’impianto di telecontrollo però si può rilevare chiaramente il fenomeno che forma l’oggetto del presente articolo.

Si può notare come nell’elenco soprastante non ci sia nemmeno un accenno al fatto che dall’utilizzo di una apparecchiatura di prim’ordine come quella in oggetto non sia derivata o sia in programma futuro alcuna applicazione di moderne tecnologie ma che l’impianto si limiti, sia pur in maniera ottimale, alla regolazione dell’intero acquedotto facendolo restare esattamente nella sua consistenza quale si trovava prima della installazione del telecontrollo stesso. Non figura nemmeno in qualità di auspicio il verificarsi di ammodernamenti tecnici dovuti specificatamente al telecontrollo: assolutamente nulla di tutto questo. Avrei molto gradito se, per portare tra tutti i molti esempi possibili, la relazione riportasse una scritta del genere: nella rete di XXXXXXX , considerate le possibilità di conoscere in tempo reale la pressione effettiva di rete e tutti gli elementi di esercizio effettivi, proprio grazie alla funzionalità dell’impianto di telecontrollo e telecomando, l’alimentazione della rete da parte della vasca di carico costituita dal serbatoio di YYYYYY è stata sostituita dall’immissione in diretta in rete tramite pompe a velocità variabile comandate dal telecontrollo in funzione della pressione finale rilevata in via ZZZZZZZZZ.

Quello riportato è un caso eclatante ma molti altri sono quelli passibili di grandi vantaggi e tra di essi porrei la regolazione dei serbatoi di compenso che troppo spesso è semplicisticamente effettuata da galleggianti posti all’arrivo mentre dovrebbe aver luogo gtframite procedure intelligenti del telecomando, la installazione in rete di apparecchiature di regolazione della pressione ecc. ecc.
In conclusione il concetto sostenuto in questa nota è la mancata e colpevole funzione del telecontrollo quale promotore di notevoli aggiornamenti di principio del sistema di alimentazione idropotabile. In altri termini gli impianti di telecomando non sono utilizzati per la parte più importante e cioè quella che consentirebbe loro di promuovere molto positivamente una nuova e moderna costituzione dell’acquedotto in tutte le sue componenti dalle fonti fino al contatore di utenza. A tutto ciò bisogna aggiungere che la consuetudine di attribuire al telecontrollo la sola funzione primaria di controllore ottimale di impianti svolge la deleteria azione di perpetuare nel tempo l’obsolenza concettuale di molti sistemi acquedottistici. La causa degli inconvenienti segnalati và attribuita ad una frattura profonda che vede da un lato i gestori degli acquedotti i quali delegano agli specialisti la progettazione e l’installazione degli impianti di telecontrollo e dall’altra parte gli stessi specialisti che non conoscono a fondo la tecnica acquedottistica moderna e limitano il loro lavoro alla regolazione dell’acquedotto considerato nella sua effettiva e non modificabile struttura.
La soluzione dovrebbe essere trovata con un integrazione profonda dei due ruoli e quindi facendo conoscere ai tecnici di gestione le grandi possibilità del telecomando e all’altra parte le nozioni di acquedottistica necessarie per una nuova costituzione degli acquedotti.
In questo senso molto utile può ritenersi il presente sito che discute in molti capitoli degli acquedotti chiamati metaforicamente “figli del telecontrollo”