
Rilevato da internet un diagramma giornaliero del funzionamento di una rete reale ho provveduto a rielaborarlo in modo da apportarvi tutte quelle caratteristiche che, sulla base delle mie conoscenze, rappresentano fedelmente, sia pure con valori approssimativi, il funzionamento medio delle reti di acquedotti alimentati da vasche di carico e quindi a pressione di partenza fissa. D’altra parte l’impossibilità reale di determinazione di alcuni dati importanti comporterebbe la totale assenza di alcuni elementi che tuttavia vi devono apparire per la necessaria completezza. L’esempio classico è rappresentato dalla totale assenza di dati sull’andamento durante la giornata delle perdite di rete e ancor meno sulla suddivisione tra perdite nette (cioè vere perdite da considerarsi sistematiche ) e perdite dovute a rotture delle condotte, assenza che mi ha costretto a riportarvi valori solo figurativi ma comunque atti a favorirne la discussione.
Quella in oggetto è una rete pianeggiante che, per raggiungere nell’ora di maggior consumo lo scopo di alimentare l’utenza finale con la pressione di 35 m sul suolo, ha dovuto piazzare la vasca di carico ad una sessantina di metri di altezza sul suolo stesso.
Balzano agli occhi nel grafico due eclatanti simmetrie tra coppie di curve. Da notare innanzitutto quella tra la curva della portata totale immessa in rete (colore azzurro) e quella della pressione di rete (colore amaranto) simmetria che, evidenziando visivamente il ben noto fenomeno della relazione esistente tra perdite di carico e portata, mette in luce le madornali incongruenze che ne derivano.

Si noterà in particolare come la portata totale immessa in rete rete, rappresentata in color blu e ricavata da una registrazione reale ma qui disegnata in valori adimensionali, ha valore minimo notturno pari al 69% e 123 % nella punta di consumo giornaliera. La curva delle pressioni di rete in un punto baricentrico del territorio servito (color magenta) è anch’essa effettivamente rilevata ed è pari a 53 m sul suolo di notte nel momento di consumo minimo e 31 m durante i consumi massimi.
Da questo derivano molte incongruenze di grande importanza prima tra tutti il controsenso di avere delle pressioni inutilmente elevate di notte (53 m sul suolo) ed invece pressioni più basse ( 32 m) proprio nei momenti nei quali aumenta il fabbisogno da soddisfare essendo evidente che i risultati ottimali dovrebbero essere di caratteristiche diametralmente opposte ed esattamente basse pressioni la notte quando i consumi sono minimi ma alte di giorno e specialmente nel momento di punta.
La seconda eclatante simmetria (o meglio analogia) da rilevare è quella tra la curva della pressione (magenta) e la curva delle perdite totali (rossa) analogia che mette in risalto un altro grave problema dato dall’aumento delle perdite di rete durante la notte, tanto da poter affermare che la grande percentuale di perdita degli acquedotti italiani sbandierata dai media si può considerare per la gran parte perdita notturna. E’ questo un fenomeno poco noto e soprattutto poco considerato perché la conoscenza generale si riferisce alle perdite di un lungo periodo per esempio un trimestre in quanto il metodo usuale di determinazione delle perdite di un acquedotto si basa sul raffronto tra acqua totale immessa in rete e acqua fatturata all’utenza nel trimestre in oggetto. Si intuisce chiaramente che questa onnipresente semplificazione costituisce un inconveniente grave ed è una delle cause a cui si deve la mancata cura della pressione di rete e della sconsiderata presenza di numerosissime reti alimentate a pressione fissa ed ancora la notevole presenza di serbatoi pensili o comunque di serbatoi di compensazione posti in corrispondenza del livello piezometrico di rete. Viene ancora ribadita la necessità che le reti funzionino a pressione regolata.

Si fa notare a puro titolo di cronaca il metodo sicuramente errato ma per lungo tempo usato per determinare l’entità di perdita di un acquedotto e che si basava addirittura nel considerare la portata minima notturna come atta a rappresentare per tutte le 24 ore della giornata ed in quantità costante la portata di perdita. Se così si facesse nel caso in esame si considererebbe che durante tutte le 24 ore della giornata del grafico la portata di perdita fosse pari al 69% mentre dal grafico si vede benissimo come la portata di perdita sia variabile da un 62 % notturno per scendere al 45% durante il giorno.
Le considerazioni che precedono forniscono esauriente prova della necessità di modificare alla base gli acquedotti di vecchia costituzione eliminando tutte le vasche di carico ed i serbatoi in quota e passando al metodo di regolazione diffuso della pressione di rete ottenuto con tutti i mezzi a disposizione in primis imponendo minuto per minuto la pressione regolata di immissione in rete e quindi effettuando la regolazione zona per zona tramite uno dei molti metodi oggi in uso.

Un’altra considerazione da fare è quella relativa alla necessità di sostituire i contatori di utenza con apparecchiature automatiche multifunzione che , oltre a registrare la portata del periodo di fatturazione dei consumi idrici, consentissero di avere le portate istantanee di qualsiasi momento scelto della rete per esempio se nel giorno di massimo, medio e minimo consumo si potessero conoscere una serie di valori atti a delineare le vere portate di consumo e quindi di perdita di tutta la rete distinta utente per utente si entrerebbe nel vivo del funzionamento delle reti con possibilità di modificare radicalmente non solo la gestione ma soprattutto la costituzione delle reti d’acquedotto.
Tutti gli argomenti trattati in questa nota sono dettagliatamente spiegati in molti articoli di questo sito: la loro ricerca può essere agevolmente condotta inserendo la parola, di cui si ricercano dati, nella casella in alto a sinistra della prima pagina di ogni articolo del sito medesimo sotto la voce ” cerca nel blog “