
Chi scrive sta diffondendo da anni ed anni alcune affermazioni sulla fognatura di Mestre, da me stesso definite tragiche e che vengono continuamente confermate come tali. Alcune regole basilari su cui insisto, riguardano in dettaglio la necessità di costruire opere coordinate in tutto il territorio mestrino e dall’altro provvedere a trasformare la esistente fognatura di tipo misto in tipo separativo. L’assurdo si verifica le poche volte che i responsabili del sistema di sgrondo delle acque sembrano intenzionati, sia pur per motivazioni che esulano totalmente dalla mia persona, a seguire queste mie segnalazioni perché anche in tali rare occasioni riescono a rovinare tutto e trasformare un’azione positiva in un nuovo disastro.
L’ultimo progetto denominato “ RETE DI FOGNATURA SEPARATA NELLA ZONA DEL VILLAGGIO SAN MARCO-PROGETTO PRELIMINARE” concerne la ricostruzione dell’intero sistema fognante di Viale San Marco e zone limitrofe per un importo di circa 3.800.000 euro. L’elaborato progettuale comprende anche lo studio di massima della fognatura, sempre di tipo separativo, di alcune zone limitrofe per un importo totale di circa 17.000.000 di euro e componendo un’area complessiva che l’elaborato progettuale citato definisce come area di di progetto generale del tutto impropriamente in quanto essa costituisce solo una minima parte dell’intero abitato di Mestre, intero abitato che, di regola ed anche a norma di legge, dovrebbe essere nella sua totalità compreso nel vero ed indispensabile progetto generale della fognatura di Mestre.
Tra le altre cose gli elaborati progettuali contengono una disposizione, ivi considerata obbligatoria per tutto il territorio mestrino, la quale impone che le nuove fognatura di Mestre siano di tipo separativo cioè con due distinte reti idrauliche l’una destinata a raccogliere e convogliare all’impianto di depurazione le acque nere e l’altra ad effettuare lo stesso servizio relativamente alle acque bianche che devono essere deviate e direttamente scaricate nei canali di bonifica. Questa decisione, importantissima e senza dubbio lodevole, dovrebbe attraverso gli anni apportare benefici notevolissimi per le particolarità del territorio mestrino dotato di numerosi canali di bonifica che sono di per sé adatti a ricevere direttamente le acque bianche evitando di far percorrere alle acque reflue di fogna i lunghi e tortuosi tracciati della fognatura mista attualmente esistente, migliorando così l’economia e il funzionamento della rete e soprattutto dei due impianti finali di trattamento delle acque reflue ( per particolari clicca qui ) ma soprattutto dando un notevolissimo contributo per evitare o almeno diminuire l’intensità e la frequenza degli allagamenti che colpiscono Mestre e Marghera
E’ da rilevare come la imposizione di obbligatorietà di un sistema fognario di tipo separativo ed in subordine il particolare di non poco conto che un’importante area abitata di Mestre centro venga effettivamente corredata di fogna separata, rappresentano senza dubbio un episodio epocale di rivoluzione del sistema fognante con modificazioni sostanziali che amplificano la necessità sempre lamentata da chi scrive di uno studio generale approfondito con redazione di un vero Progetto generale che ne decida fin dall’inizio le regole relative non già ad un territorio piccolo come quello in progetto bensì a tutto l’abitato di Mestre considerato nella sua interezza e con tutte le difficoltà che, dal punito di vista idrico, lo rendono un territorio estremamente complesso. Appare assurdo procedere alla realizzazione di stralci di fognatura separativa di una certa importanza come quello in oggetto senza aver prima fissato la strategia generale di questo del tutto nuovo insieme di sgrondo e depurazione delle acque reflue e di quelle bianche, il non farlo porterà sicuramente ad errori gravi ed irreparabili.

Come di solito questa importante regola non viene affatto rispettata e la zona di Viale San Marco e vicine aree abitate, nel progetto di fognatura stralcio prima citato ed in quello chiamato erroneamente progetto generale, vengono considerate come un’oasi a sé stante e quindi senza considerare ciò che accadrà nel resto di Mestre e negli impianti di depurazione a seguito di detta iniziata ed epocale rivoluzione. Il problema riguarda in primo luogo le linee generali di un sistema fognate destinato piano piano a diventare, forse in tutta la sua estensione abitativa e forse con molti o pochi distinguo, di tipo separativo .
Un altro problema non secondario che nel progetto di Viale San Marco non viene nemmeno toccato è quello delle acque di prima pioggia, problema che, in ogni fognatura di tipo separativo, richiede inderogabilmente una verifica preventiva della possibilità reale di scarico di tali acque di prima pioggia direttamente nei canali recettori senza la presenza delle vasche di prima pioggia atte alla raccolta di tali acque per trattenerle e mandarle in un secondo tempo all’impianto di depurazione per seguire lo stesso processo delle acque nere, vasche di prima pioggia di cui il progetto in argomento non fa menzione così come non contiene alcuna giustificazione tecnica circa la loro omissione.
Tirare le conclusioni di questa nota presenta per me delle notevoli difficoltà dovute specificamente alla complessità di un lavoro di fognatura da realizzarsi in un territorio come Mestre che, dal punto di vista dello sgrondo delle acque reflue e di pioggia, presenta nello stesso tempo le massime problematiche assieme alle grandi possibilità dovute alla presenza di un sistema di bonifica efficace e molto diffuso nel territorio,
Faccio rilevare innanzitutto i lati positivi del progetto di rifacimento delle fognatura di Viale San Marco a Mestre offerti dall’aver finalmente optato per il sistema di fogna separativa che costituisce il toccasana essenziale per il servizio fognario di Mestre. Altri piccoli interventi di questo tipo erano già stati fatti ma l’entità e l’ubicazione in centro città di quello in argomento forniranno una valida prova della efficacia a Mestre di questa tipologia di fognatura. In secondo luogo la zona di cui si tratta trarrà un sicuro benefico dallo sgrondo diretto nei canali recipienti delle acque di pioggia liberandola dall’assillo dei frequenti allagamenti cui era sistematicamente soggetta.
I benefici appena elencati sono a mio avviso totalmente vanificati dalle errate modalità seguite per la progettazione. Devo ribadire come l’introdurre a Mestre una rivoluzione epocale di trasformazione del sistema fognante doveva essere preceduto da approfonditi studi sugli effetti che in tutta la città si produrrà. In particolare doveva essere verificato in anteprima se la separazione può essere attuata, così come si sta facendo in Viale San Marco, in tutte le altre zone della città o se invece certe aree debbono essere lasciate a fognatura mista, verificare se conviene l’adozione di altri sistemi fognanti come ad esempio quello denominato “ Fognatura pseudo separativa “ ( in Francia “Egout pseudo separtif”, in Inghilterra “Partially separate sewe” ) che ha le caratteristiche di consentire il passaggio graduale attraverso gli anni da un sistema di fognatura di tipo misto a quello separativo.
Tra le altre cose si dovevano anche verificare gli effetti dell’immissione nella rete fognaria delle future nuove portate di acque di vario tipo come ad esempio quelle dovute al futuro smantellamento dell’impianto di depurazione di Campalto, quelle di falda derivate dai marginamenti delle macro isole di Porto Marghera, quelle delle nuove zone abitate da annettere alla fognatura di Mestre ecc. prevedendo fin da ora la strategia da adottare in tutti i lavori fognari di Mestre.
In realtà si tratta di cambiamenti di enorme importanza nella futura costituzione e gestione della fognatura mestrina ma di cui non ci si interessa per nulla. Solo la smisurata costruzione dei marginamenti delle macroisole di Porto Marghera, tutt’ora in corso e per la quale si sono già spesi oltre 800 milioni di euro e che prevede di immettere le acque della falda freatica interna delle macroisole nella fognatura di Mestre , comporterà da sola un vero sconvolgimento della fognatura, dell’impianto di depurazione di Fusina e dello smaltimento in mare aperto. La stessa messa fuori servizio dell’impianto di depurazione fognaria di Campalto con trasferimento di tutte le sue portate all’impianto di Fusina aggraverà ulteriormente la già difficile situazione. E come si risolve questo problema? Semplicemente ignorandolo, facendo finta che la demolizione di Campalto sia solo una pia illusione mentre essa fa parte dei programmi reali e della soluzione logica e razionale della depurazione di tutte la acque reflue di Mestre. Se a tutto questo aggiungiamo anche la possibilità che piano piano numerose aree di Mestre trasformino a fognatura mista e non funzionante oggi esistente con una moderna fogna a di tipo separativo otteniamo un quadro non ancora completo ma sufficiente per dare l’immagine futura di un sistema fognante completamente diverso da quello attuale e del quale ci si dovrebbe assolutamente preoccupare fin da ora in modo da costruire opere molto costose come quelle prima elencate ma sempre verificando la loro congruenza con l’inesistente progetto generale della futura fognatura di Mestre e con quel progetto generale che con il passare degli anni ed il verificarsi di nuove decisioni dovrebbe essere continuamente aggiornato.
Si può dire che le reali modalità seguite al giorno d’oggi nella progettazione fognaria di Mestre si trovino esattamente agli antipodi rispetto al quadro appena tracciato.
In conclusione dar luogo a nuovi importanti lotti di fognatura senza aver nessuna idea concreta sulla futura costituzione ed esercizio del sistema fognante esaminato nella sua totalità e con la sua nuova qualità di poter separare in tutta o parte della città le acque bianche dalle nere, costituisce un errore madornale che non potrà che dare risultati disastrosi ed imprevedibili
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NB: altri articoli sulla fognatura di Mestre sono visibili cliccando qui