FOGNATURA DI MESTRE : VERAMENTE IMPOSSIBILE PASSARE DALLA MISTA ALLA SEPARATIVA? (ARTICOLO DI ALTRATECNICA)

fognEtruria
Dimostrazione della assurdità del sistema di sgrondo. L’acqua reflua della Gazzera deve risalire a nord fino a Zelarino per poi ridiscendere , attraversare di nuovo la Gazzera per poter arrivare a Fusina

La fognatura di Mestre, come molte altre, si è venuta formando attraverso gli anni con la costruzione di tubazioni uniche cioè destinate contemporaneamente alla raccolta ed al convogliamento delle acque di pioggia ed anche di quelle reflue prevenienti dalle case di abitazione, dagli edifici artigianali ed industriali. Con l’allargarsi dell’area abitata anche la fognatura si è ingrandita in un primo tempo in modo spontaneo cioè senza alcuna regola. Al pervenire dell’obbligatorietà della depurazione delle acque reflue, a Mestre si è deciso di suddividere, dal punto di vista fognario, il territorio in sei piccoli bacini ognuno dei quali dotato di un proprio impianto di depurazione ubicato in zona baricentrica e destinato a ricevere le acque reflue e di pioggia del proprio bacino tramite una sottorete fognaria che vi converge radialmente. Tutte le acque reflue venivano sottoposte a trattamento scaricandole, a depurazione avvenuta, nei recettori finali costituiti da canali di bonifica o da naturali  corsi d’acqua.

Si può affermare che il sistema fognario rientrava allora nella consuetudine delle altre città simili a Mestre.

Il madornale errore è stato compiuto più tardi e cioè nei primi anni ‘90 quando è stato redatto il primo ed unico progetto generale delle fognature del territorio mestrino che avrebbe dovuto razionalizzare la rete soprattutto grazie alla decisione di eliminare alcuni degli impianti di depurazione che dal numero di sei si riducevano solo a due depuratori posti lungo il bordo della laguna e rispettivamente a est di Mestre in zona Campalto il primo e in zona diametralmente opposta cioè ad ovest in zona Fusina il secondo. In pratica il territorio di Mestre risultava diviso in due grandi bacini da un confine nord/sud con rispettivo recapito finale nei due impianti citati di Campalto o di Fusina.

Una soluzione fognaria razionale avrebbe invece dovuto basarsi sull’abbandono della descritta disposizione a raggiera degli ex sotto bacini, creando invece un diverso e funzionale schema idraulico di una rete che partendo dalle periferie della città confluisse razionalmente nei due impianti di depurazione di Campalto e di Fusina senza percorsi tortuosi. Così non è stato fatto!. Si sono invece mantenute le esistenti condotte che come detto confluivano a raggiera negli impianti locali di depurazione e si è realizzata l’unificazione di tutta la rete semplicemente trasformando gli impianti di depurazione sparsi per l’abitato in altrettanti impianti di sollevamento in grado di trasferire verso valle, con aggiunta di nuove condotte di collegamento di ogni impianto con il successivo ed in continua progressione dall’uno all’altro fino a raggiungere i citati due nuovi impianti di depurazione di Campalto e a Fusina. (vedi esempio nella prima figura dove si evidenzia che le acque della Gazzera devono dirigersi a nord fino all’impianto di Zelarino per poi tornare a sud ripassando attraverso la Gazzera )

Avendo confermato come sistema quello di tipo misto preesistente, la nuova rete veniva anche dotata di scaricatori di piena per lo più ubicati in corrispondenza dei sei impianti di sollevamento sorti in sostituzione dei sei depuratori e che svolgevano la funzione di scaricare nei canali di bonifica o nei rii naturali le acque reflue diluite da quelle di pioggia fino a renderle accettabili dai rii stessi. In pratica le acque per poter essere scaricate la loro portata doveva  superare cinque volte la corrispondente portata di acque nere.

Campalto da dismettere
L’impianto di depurazione di Campalto che dovrà essere dismesso. Tutte le acque che vi arrivano saranno deviate all’impianto di Fusina situato ad ovest di Mestre

Quella descritta avrebbe dovuto rappresentare una situazione di sgrondo acque per lo meno accettabile ma, a giudizio di chi scrive, così non è stato a seguito dei numerosi interventi compiuti successivamente senza farli precedere dall’aggiornamento del citato progetto generale e che finivano quindi per costituire un insieme di opere improvvisate all’ultimo momento per risolvere i problemi contingenti e pertanto prive di una adeguata coordinazione con le restanti parti della fognatura. La circostanza veniva via via ulteriormente aggravata da una intensa cementificazione del territorio che dal punto di vista idraulico ne peggiorava profondamente le caratteristiche.

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Fognatuta CampaltpFusina
Planimetria generale della attuale fognatura mestrina con evidenziazione del trasferimento acque da Campalto a Fusina

Nell’epoca attuale agli inconvenienti accennati, di per sé già gravi, si aggiunge l’imminente comparsa di nuovi problemi per la cui comprensione sarà sufficiente il seguente elenco riassuntivo corredato di brevi spiegazioni.

In testa alla lista viene posta la giusta decisione di dismettere l’impianto di depurazione di Campalto allo scopo di porre fine allo sversamento in laguna dei suoi scarichi ritenuti in ogni caso dannosi. L’intervento ha trovato piena conferma in due realtà: in primis nella redazione da parte dello Studio Altieri del progetto delle condotte e delle opere annesse necessarie per trasferire tutte le acque che arrivano tutt’ora a Campalto e farle arrivare a Fusina dove dovranno avvenire la loro deputazione e lo scarico in mare aperto assieme a tutte le altre acque che già pervengono o perverranno a Fusina medesima ed in secondo luogo nella già realizzata parte finale della condotta Campalto – Fusina di cui al progetto “”ADEGUAMENTO DEL COLLEGAMENTO FOGNARIO TRA LA STAZIONE DI SOLLEVAMENTO S6 E L’IMPIANTO DI DEPURAZIONE DI FUSINA” già realizzato.

MarginamentoPalancolata
Campione di marginamento delle macro isole di Marghera in corso di costruzione. A monte della palancolata sarà costruita la condotta di drenaggio della falda da inviare a Fusina per la depurazione.

Un’altra importante variazione di assetto fognario avrà luogo con il completamento dei marginamenti delle macro isole di Marghera, marginamenti già in fase avanzata di costruzione, dove sono previste, subito a monte delle barriere a tenuta, le condotte di drenaggio delle acque della falda inquinata e la loro immissione nella fognatura di Mestre, nuova depurazione ed infine scarico in mare aperto da realizzarsi tramite l’esistente condotta a mare.

In maniera analoga, anche se non figurano ufficialmente tra le opere di futura realizzazione, si dovrà provvedere alle opere di smaltimento delle acque della falda freatica di Mestre a seguito del loro innalzamento provocato dalla barriera costituita dallo sbarramento continuo realizzato con i marginamenti di cui si è detto Al riguardo esistono degli studi che hanno descritto in dettaglio quali gravi danni subirà la falda freatica allorché saranno completati i marginamenti di Marghera precisando che l’unico rimedio possibile consiste nel farla tornare alla quota normale tramite abbassamento artificiale del livello di falda con conseguente produzione di notevoli quantitativi di acqua da smaltire.

Da precisare ancora che una parte delle acque che escono depurate dall’impianto di depurazione di Fusina saranno impiegate per alimentare una progettata rete di distribuzione di acqua grezza a servizio della zona industriale di Marghera e che contribuiranno a diminuire la portata da scaricare in mare aperto tramite la esistente condotta di scarico sottomarina. 

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Il marginamento della zona industriale di Marghera che provocherà un pericoloso innalzamento della falda freatica di Mestre

L’ultima variazione di rilievo che subirà la fognatura in argomento è il conglobamento delle fognature delle cittadine della  zona Mirese che dovranno anch’esse confluire a Fusina per la depurazione e lo scarico finale in mare aperto.

La disamina finora fatta del destino futuro del sistema di sgrondo acque mestrino da un’idea della sua complessità ma costituisce solo un corollario della presente nota in quanto il vero scopo qui perseguito è dimostrare come molte delle soluzioni per rimediarvi passano attraverso un ulteriore cambiamento estremamente importante della fognatura mestrina ed esattamente al passaggio, previsto dalle leggi vigenti ed in corso di attuazione in importanti aree mestrine, da fognatura di tipo misto a fognatura separativa e cioè a doppia conduttura per acque bianche e nere. Si tratta quindi di un provvedimento di grande importanza la cui attuazione, dovrà essere condotta in modo razionale e quindi essere preceduta da approfonditi studi onde offrire veramente buoni risultati in molti dei settori principali dell’idraulica urbana ed industriale di Mestre.

Scaricatore di fondo per immettere nella nuova rete nera le acque reflue con diluizione massima pari a 5 x
Scaricatore di fondo per immettere nella nuova rete nera le acque reflue con diluizione massima pari a 5 x

Bisogna innanzitutto considerare inattuabile la costituzione di una nuova fognatura separativa tradizionale.  Il tipo di fognatura che presenterebbe tutte le caratteristiche migliori è quello chiamato fognatura “pseudo separativa” ( Per dettagli vedere “La rete pseudo separativa” )l in quanto prevede la costruzione ex novo di una rete nera leggermente sovradimensionata onde poter addurre una portata pari ad almeno cinque volte la portata totale nera. Lo scopo da raggiungere è di riuscire a mantenere inalterata la rete mista preesistente per tutto il tempo necessario al rifacimento totale della rete fognaria, tempo prevedibile in  alcune decine di anni. Si inizia con la costruzione della sola rete nera situata a maggior profondità della esistente rete mista onde non interferire minimamente con essa e partendo da valle cioè dall’impianto finale di Fusina per risalire piano piano con i vari lotti verso monte. Lo scopo da raggiungere con i primi  lotti è quello di estendere al massimo la rete nera e soltanto quella (completa di impianto di sollevamento finale) verso monte possibilmente riuscendo a raggiungere e superare il centro del capoluogo. Nel frattempo la esistente rete mista continua a svolgere la solita funzione. Si comincia poi ad esaminare le diramazioni principali della rete mista esistente valutando il da farsi nel seguente modo. Possono presentarsi due possibilità. Nella prima di esse supponiamo di incontrare un quartiere nel quale risulti abbastanza facile la costruzione  di rete nera e l’allacciamento di tutti gli edifici mentre al tempo stesso la esistente rete mista, eventualmente rinforzata e razionalizzata, viene trasformata in rete bianca essendo presenti numerosi recettori costituiti dai canali di bonifica, dai fiumi e dai rii nei quali far scaricare tali condotte e ciò previo spezzettato in tante piccole parti effettuato ogni qual vota la situazione locale lo consente. Tale spezzettamento,  con possibilità di scarico immediato nei rii, costituisce un notevole passo avanti nella evacuazione delle acque piovane evitando molti degli allagamenti che attualmente colpiscono la città e che sono spesso dovuti proprio ai lunghissimi percorsi che le condotte esistenti fanno svolgere alle acque di pioggia prima di poterle scaricare mediante gli scaricatori di piena.

pseudoesempio casa con mista
Esempio di quartiere a fognatura pseudo-separativa dove un solo edificio è rimasto a fognatura mista

Nel caso si incontrino quartieri in cui risulta estremamente difficile al giorno d’oggi la trasformazione, è possibile lasciarli nella situazione attuale di fognatura mista. Allo scopo sarà sufficiente inserire nella parte più a valle della condotta di fognatura mista uno scaricatore di piena ( vedi figura schematica) che devii verso il basso immettendole nella sottostante nuova rete nera, le acque reflue con una diluizione massima pari a cinque volte la sola portata nera. L’acqua che supera tale diluizione rimane nella rete  mista ora diventata rete per sole acque bianche e che a sua volta va a scaricarsi nel più vicino recettore. 

Il risultato finale della proposta realizzazione di una rete pseudo separativa è quello di poter attraverso gli anni estendere la rete nera all’intero territorio di Mestre suddividendo le acque a seconda della loro natura in acque bianche quando hanno le caratteristiche di accettabilità dello scarico diretto nei canali o fiumi recipienti. A opere ultimate la rete bianca sarà composta di molti tratti di condotte di breve percorso e con scarico immediato delle acque appena piovute. Sarà questa La condizione ideale per evitare molti degli allagamenti che oggi colpiscono frequentemente Mestre. Se poi si esamina a fondo la natura di questa rete di condotte con la loro qualità di opere destinate soltanto alle acque bianche si arriva a concludere che si tratta di strutture che potrebbero benissimo passare in gestione ai Consorzi di bonifica che già provvedono alla rete primaria di scolo di tutta la zona tramite canali ed idrovore disseminate in tutto il territorio.

La nuova rete nera che corre in profondità sotto quella suddetta raccoglie direttamente le acque reflue delle abitazioni e dei quartieri nei quali sé riscontrata la possibilità di separazione delle nere stesse dalle bianche. In quelle zone dove ciò non è stato passibile si ritrovano case, piccoli o grandi quartieri che al loro interno funzionano ancora con fognatura mista ma con una condizione importante che è quella di far cadere, tramite scaricatori come quello rappresentato in figura, nella sottostante rete nera le acque con diluizione inferiore al coefficiente 5 mentre la maggior portata di acque diluite entra nella rete bianca per essere scaricata quanto prima possibile assieme a tutte le altre acque bianche. Anche per queste zone di residua fognatura mista resta l’impegno alla trasformazione in doppia rete bianca e nera al compiersi di future trasformazioni edilizie che a poco a poco consentano di avere a Mestre una futura  fognatura tutta di tipo separativo. Riveste però la massima importanza il fatto che questo strategia costruttiva delle fogne “pseudo separative” consenta di mantenere isolate zone a fognatura mista tutte le volte le condizioni del momento non lo permettono e che a Mestre si teme  siano in grande numero.

Da questa nota si possono trarre le seguenti considerazioni conclusive.

1) La risoluzione del problema fognario di Mestre è irto di notevolissime difficoltà attuali e di prospettiva futura.

2) Le opere recentemente costruite e quelle in corso di progettazione non tengono affatto conto della situazione reale quindi c’è da aspettarsi un futuro molto incerto.

3) Il sistema di fognatura di tipo pseudo separativo proposto da chi scrive è atto a rispondere nel miglior modo alle aspettative idraulico-fognario di un territorio tanto complesso e di difficile risoluzione.

4) Nella nota non è stato considerato l’eventuale trattamento delle acque di prima pioggia che però rientra tra le possibilità del sistema proposto.

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