
Hanno fatto molto scalpore i danni ed il pericolo corso dalla città di Firenze il giorno 25.05.2016 per la rottura di una tubazione dell’acquedotto nel Lungarno. Non si è accertato se il cedimento iniziale del terreno sia da attribuirsi a cause estranee all’acquedotto ma in ogni caso si può affermare che la fuoriuscita dell’acqua potabile ha effettivamente aggravato la situazione trovando una valida conferma la notevole pericolosità delle rotture delle condotte principali e la necessità di ricorrere a tutte le risorse che riescano a prevenire o ad attenuare o a i danni.
Allo scopo viene citato l’articolo di questo sito “Una metodologia pratica di controllo in tempo reale del funzionamento delle reti acquedottistiche” nel quale viene spiegato come la presenza di numerosi manometri di lettura e trasmissione diffusi nella rete di distribuzione dell’acquedotto sia in grado di definire la presenza e l’ubicazione di rotture di tubazioni importanti e, tramite programma specifico inserito nell’impianto di telecontrollo e telecomando, si possano tracciare sullo schermo anche le zone che rappresentano in modo molto semplice le fasce di pressione sul suolo del territorio servito. In caso di rottura di una tubazione importante, il programma segnala chiaramente l’ubicazione della perdita definita dalle curve di ugual pressione rispetto al suolo, curve che, in occasione della perdita, assumono la forma di un cono di depressione il cui vertice indica il punto di rottura come è visibile figura allegata.
Da quanto descritto si può arguire come la moderna tecnica possa dare un contributo ancora maggiore raggiungendo l’ambito traguardo di prevenire o comunque attenuare i danni da rottura condotte. Allo scopo il programma di definizione delle pressioni con le modalità in dettaglio spiegate nel citato articolo “ Una metodologia pratica di controllo in tempo reale del funzionamento delle reti acquedottistiche” dovrà essere integrato da algoritmi atti a definire quando si è formato un cono di depressione della superficie piezometrica ed in tal caso intervenire con un allarme di presenza del guasto accompagnato da una minor pressione di immissione in rete atta a diminuire quella della zona dove si è avuto il guasto. L’avvio della procedura “guasto in rete” può venir segnalata al computer da elementi analitici e grafici come ad esempio dalla interpretazione automatica della forma a giri concentrici delle curve di ugual pressione sul suolo ed inoltre dalla notevole pendenza della piezometrica lungo la superficie del cono di depressione che si è formato in corrispondenza del guasto.

Si ha ragione di concludere che la segnalazione del primo formarsi di una perdita seguita, quando persiste la perdita e quindi l’anomalia riscontata nella superficie piezometrica di rete, dall’emissione di allarme, e soprattutto da immediato calo della pressione di pompaggio in rete possano dare un contributo notevole nell’evitare molti dei danni alle cose ed alle persone presenti nelle zone adiacenti al guasto sotterraneo delle condotte principiali della rete acquedottistica. Si consiglia pertanto alle aziende di gestione di importanti acquedotti di prendere in esame la proposta qui formulata e di sperimentarne l’efficacia-