Le anomalie che chi scrive riscontra nella gran parte degli acquedotti riguardano la consistenza e la gestione degli acquedotti che accusano notevoli peggioramenti rispetto a ciò che la razionalità richiede. Tra i molti inconvenienti di cui vale la pena di discutere ci si limita ai più importanti che risaltano per la notevole diversità e soprattutto nei mancati risultati che quotidianamente balzano agli occhi per la loro entità. Si fa qui riferimento specifico a tre categorie di addetti ai lavori che chi scrive ritiene dovrebbero solidalmente rendersi attivi per la eliminazione delle anomalie e di converso l’ottenimento di positivi ed eclatanti risultati.

La prima attribuzione è rivolta ai gestori degli acquedotti in quanto non reagiscono affatto di fronte a controsensi come la mutilazione delle loro reti dell’acquedotto operate dalla distrettualizzazione ( vedi la dsitrettualizzazione..) e di fronte ad una modalità deleteria di determinazione dei consumi dell’utenza causata dall’uso di contatori privati obsoleti e che causano una errata e costosissima determinazione dei consumi da fatturare ed inoltre portano alla mancata utilizzazione di costosi, complessi ed approssimativi sistemi di conoscenza del funzionamento reale degli acquedotti . Se invece si impegnassero per la sostituzione dei contatori con apparecchiature multifunzione abbinati alla diffusione in rete di apparecchiature di misura della portata, pressione e qualità dell’acqua, otterrebbero ottimi risultati non solo sulla semplificazione della lettura e fatturazione dei consumi che sarebbe effettuata del tutto automaticamente ma soprattutto nella semplificazione e della essenziale verifica di funzionamento delle reti e soprattutto sulla precisione dei relativi dati ( vedi dettagli sui contatori…). La seconda categoria chiamata in causa è quella degli gli studiosi di acquedottistica che sono costretti a compiere veri e propri salti mortali per riuscire a determinare i dati di funzionamento delle reti mentre la sostituzione dei contatori darebbe la possibilità di conoscere i consumi istantanei utente per utente e di conseguenza i consumi istantanei effettivi ai nodi della rete rendendo molto più semplice le modalità di calibrazione ed esecuzione delle verifiche tramite modello matematico ma soprattutto darebbero quella precisione di risultati finora impossibile da raggiungere (vedi dettagli)
Infine la terza categoria riguarda il legislatore che invece di imporre la distrettualizzazione dovrebbe promuovere la citata sostituzione dei contatori di utenza per motivi determinanti come la giusta contabilizzazione ai cittadini dell’acqua effettivamente consumata, l’evitare la deleteria mutilazione le reti acquedottistiche dovuta all’impiego della distrettualizzazione, il promuovere la semplificazione del lavoro delle università e dei molti studiosi di cui si è detto ed infine evitare lo spreco di ingenti volumi idrici dispersi agli acquedotti con le perdite occulte.

Chi scrive continua da anni a battersi per la diffusione di metodi che presentino semplicità di attuazione gestionale, bassi costi di realizzazione e soprattutto buoni risultati comprovati da esempi reali tuttora documentabili. Purtroppo le soddisfazioni sono abbastanza scarse. Anzi devo ammettere che il miglior risultato ottenuto non è affatto positivo ma è soprattutto indice di quei difetti contenuti nel titolo di questa nota. Infatti non è una sola la constatazione che alcune parti essenziali dei miei scritti vengano riprese ed inserite col metodo del “copia/incolla” in relazioni, perfino nel testo di qualche libro importante ( vedi esempio in un testo di letteratura tecnica ) ed in genere in note tecniche le quali, per colmo di assurdità, sostengono vistosamente le tesi acquedottistiche classiche le quali vengono quindi contraddette dal citato copia/incolla creando una confusione inspiegabile mentre viene volutamente diffusa un’ignoranza della tecnica vera e l’ancorarsi spasmodicamente ai vecchi ed obsoleti principi di acquedottistica!