
Il servizio di rifornimento idropotabile riveste per la società moderna un’importanza così fondamentale da imporre un vero codice che regola la costituzione e la gestione degli impianti e che potrebbe configurarsi nei seguenti sei articoli. L’ordine della loro elencazione è volutamente casuale in quanto si ritiene abbiano tutti la stessa valenza fatta eccezione per l’argomento elasticità di funzionamento che brilla per la sua quasi totale assenza dagli acquedotti in normale esercizio ed e’ per questa sua particolarità avrebbe meritato il primo posto..
1. Semplicità costruttiva e di esercizio.
La costituzione e di conseguenza anche il funzionamento degli acquedotti deve esser impostato su basi lineari e prive di inutili complicazioni. Ciò appare evidente nell’espletamento di una funzione diventata normale nei moderni acquedotti e cioè nelle modalità di sollevamento meccanico dell’acqua, funzione nella quale è facile invece trovarsi in presenza di sistemi complessi o di metodologie sorpassate che dovrebbero essere state abbandonate molti anni or sono. Il campo è molto vasto e in questa sede mi limiterò a riportare solo alcuni esempi.

E’ da segnalare il circolo vizioso che ha luogo quando rilevanti portate d’acqua vengono sollevate a quote elevate per poi dover abbattere la eccessiva pressione che ne deriva. Ciò risulta particolarmente evidente nelle reti d’acquedotto ancora alimentate da vasca di carico posta naturalmente ad una quota altimetrica specificamente elevata perché destinata a far fronte alle punte massime di consumo dei territori idraulicamente difficili da servire. Logicamente tale quota diventa invece esuberante in tutti periodi di consumo minore e per tutte le altre aree il chè è chiara dimostrazione dell’errore di partenza in quanto tali vasche dovrebbero da anni ed anni essere state sostituite da metodi di immissione diretta in rete a pressione regolata.
La stessa cosa dicasi per le reti nelle quali si è adottata la distrettualizzazione e cioè quella metodologia che purtuttavia sta espandendosi vertiginosamente anche ai nostri giorni, in base alla quale la conoscenza del funzionamento reale della rete allo scopo di determinare e rimediare alle perdite, si basa sulla suddivisione della rete stessa in tanti distretti commettendo il madornale errore di imporre la rinuncia alla sua migliore prerogativa che era quella di possedere un magliaggio molto diffuso. In questi casi vengono completamente ignorate le possibilità di alimentare la rete a pressione regolata con sistemi abbastanza semplici dì e di sicura efficacia. Da rilevare come quella descritta sia una prova della totale mancata conoscenza dei sistemi ormai collaudati e con i quali si può, in modo indolore e sufficientemente approssimato, verificare il funzionamento effettivo delle reti d’acquedotto
2. Elasticità di funzionamento.

E’ questa una dote essenziale dell’esercizio degli acquedotti cui occorre pervenire introducendo le innovazioni che danno possibilità di variare prontamente ed automaticamente tutte le condizioni di funzionamento quando ciò viene richiesto dalle necessità di rete. Anche i questo caso fa testo la eliminazione dei mezzi che irrigidiscono il sistema come sono in primo luogo i serbatoi o vasche posti in corrispondenza della linea piezometrica, che costituiscono un dannoso punto fisso e quindi devono essere sostituiti dai metodi a pressione regolata di cui si è già parlato. Sussistono molti altri interventi che contribuiscono efficacemente alla modalità di esercizio qui auspicata. Si tratta dell’uso intelligente delle pompe a velocità variabile, della presenza di grandi serbatoi di accumulo che mettano a disposizione grandi volumi idrici pronti ad entrare in rete, di collegamenti con altri acquedotti aventi appunto lo scopo di offrire delle opportunità atte a fronteggiate imprevedibili necessità; si tratta ancora della presenza di fonti molto diversificate che consentano di superare difficoltà momentanee di una di esse.
3. Sicurezza di consegna dell’acqua all’utente.
Questo risultato, assieme a quello di cui al seguente punto 4, deve essere ottenuto predisponendo apparecchiature di controllo e di segnalazione dei problemi di deficienze di ogni tipo dell’acqua fornita
4. Igiene del servizio.
In questo senso oltre ai ben noti sistemi di controllo puntuale delle caratteristiche dell’acqua consegnata all’utenza (apparecchiature automatiche di misura della pressione e della portata di rete, prelievo di campioni per analisi), in genere effettuate dagli organi di controllo esterni alla gestione vera e propria, insisterei sull’opportunità offerta dall’imminente sostituzione dei contatori d’utenza per installare delle apparecchiature multifunzione con misura della pressione e portata istantanea dell’acqua consegnata.
5. Economia di esercizio.

La gestione di un acquedotto deve essere considerata un’attività industriale vera e propria con necessità di avere bilanci economici che siano almeno in pareggio. Per raggiungere questi risultati sono da curare molteplici elementi come la riduzione delle spese dovute all’esagerato consumo di energia elettrica, alle eccessive perdite occulte, ad una mancanza di una efficiente ed intelligente automazione degli impianti . Per raggiungere buoni risultati occorre effettuare una vera rivoluzione tecnica inerente i concetti base, l’accorpamento di molteplici a acquedotti con la formazione di reti regionali ed extra regionali riguardanti sia la parte tecnica che quella economica
6. Tutela dell’ambiente.
Questo settore riguarda soprattutto le fonti di alimentazione. I risultati devono raggiungersi curando vari elementi tra cui l’eliminazione dei prelievi che depauperano eccessivamente le disponibilità naturali, la introduzione di innovazioni che arrochiscono le falde come ad esempio l’alimentazione artificiale di falda, la possibilità di interscambio tra zona e zona favorita dalla citata rete acquedottistica a grande scala, un notevole aumento e miglior regolazione di serbatoi di accumulo di grande volumi idrici.
La disamina qui effettuata, senza aver la pretesa di essere pienamente esaustiva, tenta di promuovere il miglioramento delle strutture acquedottistiche e soprattutto delle modalità di gestione considerato che, nella realtà di tutti i giorni, vengono alla luce esempi del tutto preoccupanti sullo stato degli acquedotti italiani. Quello che secondo me aggrava di più la situazione è il grande distacco dalle iniziative razionali cui si è fatto cenno causato dal permanere di concetti classici ma antiquati che di fatto impediscono il necessario ammodernamento e la ottimizzazione delle strutture.