GLI ERRORI POSSONO ANCHE DIVENTARE UTILI DOPO MOLTI ANNI

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Esempio di triangolazione per il tracciamento di un impianto idroelettrico compresa la diga

Appena diplomato geometra ho avuto la fortuna di lavorare con lo studio topografico Aureli di Feltre dove ho potuto mettere in pratica le nozioni di topografia imparate a scuola e soprattutto la tecnica vera di rilievo e tracciamento di importanti opere. Quello che mi appassionava di più era il tracciamento dei manufatti in quanto avevo la soddisfazione di vedere il risultato pratico di strutture la cui costituzione reale dipendeva proprio da me in quanto il tracciamento costituiva la base su cui edificarle.

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Esempio di diga costruita per conci

In particolare per le dighe ad arco cupola era essenziale fornire ogni mattina al primo aprirsi del cantiere i punti in base ai quali I carpentieri potevano erigere le casseforme di getto del calcestruzzo. Allora la costruzione dalla diga aveva luogo per strati di due metri di altezza e quindi dovevo riportare con la massima esattezza possibile quei dettagli che erano necessari per definire i limiti di getto relativi ad un piano posto a due metri sopra quello già realizzato. Sono necessarie tre importanti precisazioni. La prima riguarda i dati di partenza che erano stati forniti dal progettista della diga e che consistevano in una serie di equazioni atte a definire nello spazio tutta la diga in funzione della quota altimetrica cui ci si voleva riferire. Ad esempio se io dovevo tracciare i punti posti a quota “tot” metri rispetto al piano di riferimento di cantiere dovevo calcolare, sempre con riferimento alla quota “tot” e tramite l’equazione dei centri la posizione analitica del centro di curvatura del paramento di monte e di quello di valle, dalla equazione delle aperture angolari gli angoli al centro relativi alle pareti dei conci e poi dalla equazione del cerchio relativo al paramento di monte e di quella del paramento di valle calcolare i raggi e la posizione di punti equidistanti che definivano tutto il contorno dell’elemento da costruire.

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Le tavole dei logaritmi delle funzioni trigonometriche

La seconda considerazione riguarda la possibilità di calcolo del tempo cui mi riferisco e cioè agli anni 50. Allora non esistevano nemmeno le calcolatrici meccaniche e quindi l’esecuzione delle operazioni e dei calcoli anche complessi dovevano essere fatte con i logaritmi mentre per quanto riguarda le funzioni angolari (seno, tangente ecc.) esistevano solo le tavole logaritmiche a otto decimali.

La terza riguarda le attrezzature disponibili per i tracciamenti e soprattutto far rilevare come non esistesse alcun mezzo per effettuare la misura diretta e precisa delle distanze se non con la cordella metrica i cui limiti sono ben noti. L’unica misura che potevano fare con grande precisione tramite teodolite di ottima qualità  era quella degli angoli. Pertanto tutti i tracciamenti della diga dovevano avvenire mediante intersezione di due visuali aventi direzioni definite con grande precisione.

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La diga di Stramentizzo in costruzione. Al momento dello scatto della foto si stanno calando sulle pile le cassaforme prefabbricate in falegnameria

Tralascio la descrizione dettagliata delle operazioni di tracciamento che, nel caso, possono essere lette nel mio articolo “La topografia pratica degli anni 50”  dove figurano interessanti descrizioni delle procedure. Qui mi basterà specificare la soddisfazione che provavo nel vedere la diga di Stramentizzo (TN), da me tracciata nella sua metà finale, sorgere di giorno in giorno bella e perfettamente realizzata sulla base del progetto. Sono in particolare due gli episodi che mi preme specificare. Come risulta dalle fotografie allegate, la diga era munita nella sua parte superiore di un grande sfioratore di sicurezza che comportava la costruzione di un vero e proprio lungo ponte ad andamento curvo e necessario per il transito dei mezzi dall’una all’altra sponda della valle che veniva sbarrata dalla diga.

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I responsabili dell’impresa costruttrice della diga di Stramentizzo. L’autore della nota è il secondo a destra a partire dal basso

Al momento di iniziarne la costruzione proposi al capo della carpenteria, vista la loro complessità’,di costruire le casseforme in legno del ponte stradale non già operando sulla sommità della diga come era stato sempre fatto fino allora, bensì di farle in falegnameria e di trasportarle all’ultimo momento al loro posto. Così fu e nella realtà io fornii tutti gli elementi analitici in modo da rendere facile la realizzazione fuori opera di tutta la cassaforma arcuata del ponte e che comprendeva anche una complicata travatura da gettare inferiormente al piano viabile, e rendendo in tal modo possibile il trasporto e la posa in opera solo all’ultimo momento. Debbo dire che assistere all’arrivo dal cielo tramite le gru che depositavano questi manufatti in legno uno dopo l’altro e tutti perfettamente congruenti con le pile e le spalle appena costruite e che andavano man mano a costituire un ponte perfetto nella sua forma a settore circolare, e’ stata per me una grande soddisfazione.

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La diga di Stramentizzo finita

Ma e’ su un secondo avvenimento che vorrei porre l’accento perché è la dimostrazione che da un errore, alle volte, può derivare un beneficio.

Quando la diga era arrivata a circa sei o sette metri dalla sommità commisi l’errore di tracciare un punto che non apparteneva, come tutti gli altri, al paramento di monte della diga ma aveva un altro scopo da me’ ben spiegato ai carpentieri i quali, però, al momento di posizionare le casseforme, non tennero presente questo particolare il che’ provoco’ due piccole e simmetriche irregolarità nel paramento di monte della diga con mio grave dispiacere perché dovuto, in definitiva, ad una mia mancanza. Ebbene a distanza di una trentina di anni sono tornato a visitare con grande piacere la diga di Stramentizzo e la mia prima preoccupazione fu quella di far notare ai miei accompagnatori quel mio errore di gioventù ben visibile da chi cammina lungo la strada del coronamento diga a ma che forma una prova inconfutabile che quella diga l’avevo veramente tracciata io essendo l’unico possibile testimone di quelle due anomalie una sulla spalla destra ed una simmetrica su quella sinistra del paramento a monte della diga. Successivamente sono stato un altro paio di volte a visitare la diga di Stramentizzo e devo ammettere che tutta la mia attenzione e’ sempre rivolta alle sue due irregolarità: nessun altro episodio potrebbe farmi rivivere così intensamente il felice periodo lavorativo da me trascorso a Stramentizzo.